CARO ENERGIA: SPESE TRIPLICATE ANCHE PER L’AZIENDA SANITARIA DI IMOLA.

Costi energetici triplicati anche per l’Azienda Sanitaria di Imola. Il punto della situazione si farà a fine anno, anche a fronte delle scelte governative ed europee, ma ad oggi le previsioni parlano di oltre 11 milioni di euro contro i circa 3,6 milioni spesi nel 2021.

Un’Azienda sanitaria non può erodere sensibilmente i costi energetici limitando il riscaldamento degli ambienti né l’utilizzo delle attrezzature sanitarie necessarie all’effettuazione delle prestazioni sanitarie, soprattutto in ambito ospedaliero.
“Chiaramente l’Ausl è una azienda energivora, che non può risparmiare in modo sensibile sulle attività sanitarie core – conferma la direttrice amministrativa dell’AUSL di Imola, Maria Teresa Donattini – Alcune azioni di contenimento dei consumi (che rientrano nel decreto taglio costi energia ndr) sono comunque previste, in particolare sulle sedi amministrative, situate principalmente all’Ospedale Vecchio. Ci impegneremo ulteriormente a supportare e a rinforzare le buone pratiche, sulle quali già da anni questa direzione sensibilizza i dipendenti, come l’utilizzo delle funzioni di risparmio energetico per pc, fotocopiatrici, stampanti e spegnimento delle luci ogni qualvolta si esca da un locale.

“Inoltre, dal punto di vista strutturale ed impiantistico, già da tempo, laddove si procede ad una ristrutturazione o ad un riammodernamento, vengono implementate soluzioni volte al contenimento dei consumi, una per tutte il passaggio all’illuminazione a led. Per quanto riguarda il sistema riscaldante, sia l’Ospedale Santa Maria della Scaletta che i padiglioni Ex Lolli sono collegati al teleriscaldamento, una scelta green, a minor impatto ambientale ed anche generalmente conveniente dal punto di vista dei consumi, che però purtroppo oggi ci penalizza in quanto non rientra nel decreto IVA agevolata: il taglio dal 22% al 5% dell’IVA avrebbe infatti consentito un risparmio sensibile a cui non è invece possibile accedere. Infine, pur consapevoli della necessità di avviare progetti di ricorso a fonti alternative, queste soluzioni prevedono investimenti economici importanti, non facili da realizzare in un momento di crisi come questo, con tempi di realizzazione medio-lunghi ed impatto economico positivo, ossia di riduzione dei costi del consumo, ancor più lontani nel tempo”.

Un quadro che certamente preoccupa e che incide in modo rilevante sul bilancio aziendale, sommandosi ai costi straordinari sostenuti per contrastare il Covid e a tutt’oggi non coperti da finanziamenti dedicati per 10,7 milioni di euro.