LA ROMAGNA DEI NOMI – 1a PUNTATA
I nomi romagnoli vanno a braccetto con la fede politica e la religione.
Nel nostro territorio c’è tutta una storia che va avanti da almeno due secoli su quanto spingesse che i genitori a chiamare i loro figli con nomi bizzarri.
Ad esempio, nomi dati prevalentemente da genitori che volevano affermare il loro ateismo attraverso il nome dato ai figli, per evitare nomi di Santi. Ma naturalmente anche il loro credo politico e quindi, essendo in Romagna, in questa speciale lista a “fare a gara” in quelli più strambi, compaiono socialisti, repubblicani e comunisti, ma anche democristiani.
A Rimini, un operaio di nome “Sciopero” ha avuto tre figli: Scintilla, Ordigno, Avanti.
I figli dei comunisti e dei socialisti erano facili da riconoscere; si chiamavano Marxino, Lenin, Lenino, Lenina, Russia, Engles,Aurora, Orienta o Orientina, Avvenire, Avanti, Oriente, Demus, Javres, Ferrina, Ferriano, Olliano, Uliano.
Ad Alfonsine c’è un Ilic, dal secondo nome di Lenin.
Con l’avvento del fascismo non fu più possibile mettere questi nomi. Qualcuno però non cedette e lì chiamò “Fedele”, “Ricordo”, “Memore”, per far sapere agli altri che non avevano assolutamente nessuna intenzione di cambiare il loro credo politico.

Oppure, c’è anche chi, non potendo fare diversamente, impose ai figli dei nomi russi: Vladimiro, Ivan, Sonia, Igor, Natascia, Sergio, Tania e così via. Questi nomi che col tempo diventarono diffusissimi e oggi sono considerati nomi italiani, sebbene in realtà non lo siano.
Un signore venne registrato in comune con il nome di “Lenin” ma se lo vide cambiare all’ultimo minuto all’anagrafe – in Lino – poiché quel nome era considerato dal Pretore “motivo di turbamento”.

Dopo l’ultima guerra sono esplosi i nomi di Palmiro ,in onore di Togliatti. Una bimba venne chiamata “Palmira Nikita” verso la fine degli anni cinquanta, in onore di Togliatti e Kruscev: il babbo non sapeva che Nikita in Russia è un nome maschile.

A Forlì l’uscere del Comune è arrivato a chiamare i figli “Pravda” , la femmina, “Rude Pravo” il maschio. Addirittura qualcuno chiamò il figlio con una frase di Lenin : “Electrificazio”, una sua frase secondo cui “il comunismo è il potere ai Soviet più l’elettrificazione”.

Attenzione però, anche i democristiani diedero nomi pittoreschi ; durante la guerra fredda, nel più duro contrasto coi comunisti, molti sono stati chiamati Alcide (De Gasperi) e addirittura qualcuno Libertas (il simbolo DC).

Per i socialisti, a Imola spicca il nome del signor “Venti”, nato nel 1910. Nacque quando i socialisti avevano vinto le elezioni amministrative locali e il padre voleva chiamarlo “Vinto”. Ma non si sa se per un errore del Comune o per la pronuncia dialettale della parola vent, uguale sia in un caso che nell’altro, all’anagrafe il nome è stato registrato come “Venti”.

(CONTINUA)

Tino dalla Valle- La Romagna dei Nomi – edizioni il Girasole