Era il 1964 quando Monica Vitti prese parte ad una delle pellicole più iconiche degli anni sessanta e dell’interno cinema italiano : “Deserto Rosso” , il nono lungometraggio di Antonioni e primo film a colori firmato dal grande cineasta. Una delle tante, ma forse l’interpretazione più memorabile quella della Vitti in questo lungometraggio. L’attrice è scomparsa oggi, a novant’anni, dopo un lungo periodo di malattia dovuto all’Alzheimer.
Nel nostro territorio ‘Deserto Rosso’ è noto prevalentemente per essere stato ambientato in parte nel medicinese, presso l’area dei radiotelescopi, che tra l’altro erano appena stati costruiti.
La scena presso la stazione radioastronomica, situata in località Fiorentina di Medicina è una delle più caratteristiche della pellicola, che si avvale anche di qualche altra sequenza ambientata nelle campagne circostanti: è infatti visibile una vecchia cascina da contadino ancora oggi presente.
Per il resto, come sappiamo, Deserto Rosso è ambientato con lo sfondo del polo chimico di Ravenna: questa surreale e arida provincia industriale, ai margini delle valli, tra le paludi, è il filo conduttore di tutta la storia di “Giuliana”, moglie di un importante dirigente industriale trasferitosi da poco a Ravenna.
L’azienda dove lavora Ugo, (Carlo Chionetti), il marito di Giuliana (Monica Vitti) è l’ex Anic (oggi Enichem, situata in Via Baiona 107. Gli alti camini sono ancora oggi visibili.
Le scene delle abitazioni sono girate alcune in via Pietro Alighieri, nel centro di Ravenna, mentre altre nell’allora nascente area residenziale “Mattei”, caratterizzata da condomini tutti uguali costruiti prevalentemente per i dipendenti del polo chimico.
La parte interpretata da Monica Vitti è quella di una donna depressa e tormentata; il suo senso di insoddisfazione e di inadeguatezza, che l’ha spinta sull’orlo del suicidio, non accenna a placarsi, complice l’assenza del marito e l’alienazione di una modernità priva di significato autentico.
L’apparente malattia di Valerio, il piccolo figlio di Giuliana, che mette in eccessivo allarme la madre, ma si rivela essere un tentativo di attirare l’attenzione e non andare all’asilo, scatena l’ennesima crisi della protagonista, che, in preda alla disperazione, si reca da Corrado, in partenza per la Patagonia.
Nemmeno Corrado, con cui Giuliana finisce per tradire il marito, dopo un’intensa relazione fatta di sguardi e cenni d’intesa, riesce ad aiutarla, perché, a sua volta, è incapace di adattarsi alla realtà che lo circonda, da cui scappa viaggiando continuamente.