Una pellicola che all’ultimo momento è stata dichiarata “vietata ai minori” per i suoi contenuti. Il regista, il ravennate Stefano Mordini è il primo, tra i cineasti italiani, a toccare la delicata ma interessante vicenda della mattanza del 30 settembre del 1975 ed ha intepretato questa scelta come una sorta di censura.
La pellicola – “La scuola Cattolica” – vanta un cast d’eccezione: Scamarcio, Gifuni, Golino, Trinca, ed è appena uscito (7 ottobre) e il Cinema Pedagna di Imola,
Programmazione film: 𝗟𝗮 𝘀𝗰𝘂𝗼𝗹𝗮 𝗰𝗮𝘁𝘁𝗼𝗹𝗶𝗰𝗮V.M. 18Venerdì 8/10 ore 21.00Sabato 9/10 ore 21.00Domenica 10/10 ore 18.00 e 21.00Martedì 12/10 ore 21.00
La sala, si trova presso la Parrocchia di N.S di Fatima) e lo proietterà in esclusiva. Un lungometraggio da non perdere, il cui titolo prende spunto dalle apparenti responsabilità intellettuali dei preti della scuola Cattolica, come raccontato nel libro di Edoardo Albinati da cui si è ispirato la pellicola.
Angelo Izzo, mostro del Circeo e condannato per un altro duplice omicidio, ha sostenuto che la storia sia “morbosa e noiosa”. Izzo prende le distanze da chi vuole attribuire ai ‘preti della scuola cattolica’ responsabilità per quelle inaudite violenze che lo videro protagonista e che costarono la vita a una delle due ragazze da lui seviziate insieme ai suoi due sodali: “Vogliono farlo passare come un fatto storico. Fu una porcheria, punto e basta”, ha commentato dal carcere.
La strage del Circeo rappresenta, oltre che uno dei fatti di cronaca nera più atroci dal dopoguerra, anche un giallo internazionale: Andrea Ghira, proprietario della villa sul Circeo teatro del massacro, dopo i fatti del 30 settembre del ’75 fece perdere le sue tracce. Si arruolò nella Legione straniera in Spagna, dove non venivano richiesti documenti. Cambiò identità, intanto venne condannato in contumacia per la Strage del Circeo già nel 1976. I suoi compari, assieme a Ghira tutti provenienti da ambienti di estrema destra e figli di famiglie agiate della borghesia romana, vennero invece processati e trasferiti in carcere.
Ghira intraprese una lunga latitanza di quasi vent’anni la quale, nonostante l’aumento di tracce da parte degli inquirenti italiani che portavano a Ghira, “Massimo Testa de Andres” – questo il suo nome falso – riuscì sempre a farla franca, morendo per overdose nel 1994 e venendo identificato soltanto cadavere grazie ad un esame del DNA, quasi vent’anni dopo.
Angelo Izzo, considerato il più sadico del gruppo, nel 2004 ottenne la semi-libertà dal carcere di Campobasso, per poter avviare un percorso lavorativo all’interno di una cooperativa. Il 28 aprile 2005 però uccise Maria Carmela e Valentina Maiorano, all’epoca sotto protezione a Ferrazzano (Campobasso) moglie e figlia di Giovanni Maiorano, ex affiliato e poi pentito della Sacra Corona Unita.
Ora sta scontando due ergastoli sempre nel carcere di Campobasso.
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