Si era pensato in un primo momento che le ossa rinvenute a Pietramala, vicino Firenzuola, potessero appartenere al mite pensionato scomparso nel 2009, Nicola Menetti. E invece, dopo le analisi, la Scientifica e la Procura della Repubblica di Firenze hanno saputo dare (finalmente, dopo un anno) un nome alla povera vittima rinvenuta a bordo strada.  Si trattava di un uomo, nato nel 1960, che era scappato dallla comunità che lo ospitava.
Quest’ultimo, secondo le motivazioni ascritte dalla Procura fiorentina, sarebbe deceduto per cause naturali.
Intanto, la famiglia Menetti è ripiombata in uno stato di enorme angoscia dopo che nel febbraio di quest’anno sono emersi altri resti umani nei pressi di Monterenzio. A confronto anche il Dna del rapper Domenico D’Amato, sparito sempre nel Bolognese nel 2017. In particolare Monia Menetti, figlia dell’ex dipendente Telecom scomparso nel 2009 da Monghidoro, chiede che si possa in qualche modo accellerare le indagini, quantomeno per ridurre la sofferenza dei poveri parenti, legati troppo spesso a tempi tecnici lunghissimi dovuti talvolta alla burocrazia. “Non è possibile giustificarsi sempre con la scusa del Covid” fa sapere la figlia del Menetti – “il nostro DNA ce l’hanno già in banca dati a Bologna, non dovrebbe essere un’operazione infinita, almeno ci auguriamo”.
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