Era l’unico giardino all’italiana presente sulla Via Emilia. Da Rimini a Piacenza, il giardino Alberghetti, era una piccola oasi custodita nei giardini della Biblioteca Comunale. La statua del medico benefattore al centro, ai suoi lati le aiuole, mentre alle due estremità alcuni capitelli. Nel centro del parco anche due bei lampioni. Ma soprattutto le statue e la cancellata Liberty. Attenzione a questi due ultimi manufatti.
Il giardino vede la luce agli inizi del Novecento, nei lavori di ristrutturazione della Biblioteca. Tra gli anni sessanta e i settanta raggiunge il suo massimo splendore estetico, come si può osservare nelle cartoline di quel periodo.
Al centro delle aiuole spiccava la statua di Alberghetti che era posizionata davanti al vecchio ingresso. Quest’ultima, dopo un girovagare in altri siti, vedrà finalmente la sua collocazione stabile all’Istituto Tecnico Professionale di Viale Dante. Secondo molti, la sede della scuola è la più consona ad ospitare la statua. Però occorre capire i motivi che portarono a questa scelta e alla costruzione di un muro davanti ai giardini, dal gusto estetico discutibile.
In fretta e furia, non senza contestazioni, i giardini vengono chiusi all’inizio degli anni novanta in favore di un muro di cemento, che serve ad ospitare le targhe del Monumento dei caduti della Prima Guerra Mondiale. In previsione dello spostamento proprio dell’obelisco di Piazza Matteotti, del quale si iniziava concretamente a parlare. Intanto, proprio il manufatto progettato da Zanelli, era oggetto della discussione crescente che avrebbe coinvolto due Comitati in sua difesa, il Comune, il Tar, due Sovrintendenze e infine anche il Governo Berlusconi. In totale servirono altri vent’anni prima che il Monumento potesse lasciare Piazza Matteotti.
Ma il giardino Alberghetti non chiude, come pensiamo, senza contestazioni, anzi: sui giornali qualche cittadino indignato scrive delle lettere, mentre in Consiglio Comunale arrivano le prime interrogazioni. Qualcuno si spinge addirittura a scrivere dei graffiti sui muri attigui. Veri e propri “Tazebao” contro la chiusura del Giardino all’italiana, che però vennero ignorati.
Ora del Giardino Alberghetti non se ne parla quasi più, dando per scontato che sia nato in questo modo.
I giovani d’altro canto, dopo tutto il tempo trascorso, non lo hanno mai visto e di conseguenza nemmeno sanno che sia mai esistito. Nello stesso luogo però è rimasto quel muro e hanno preso posto da tempo anche due rastrelliere per biciclette. Il piazzale, senza più la cancellata, a detta di qualcuno è anche più spazioso per gli ingombranti mezzi che devono scaricare le scenografie per l’attiguo teatro Stignani.
Intanto però, il tema “Alberghetti” inizia lentamente a farsi largo nuovamente sui Social, dove da tempo è cominciata una vera e propria campagna di “revisionismo” sull’infelice destino riservato all’eden della Via Emilia. Tanto che Daniele Manca, nel suo programma elettorale, inserisce proprio la riapertura del Gardino Alberghetti. Con un nuovo e più maestoso ingresso della Biblioteca proprio in prossimità dei medesimi giardinetti. Ma qualche ostacolo di troppo sembra che impedisca l’intervento che l’attuale Senatore effettivamente tenta di fare. Nel frattempo il tema non decanta, anzi.
La discussione vira anche sul destino riservato agli arredi del giardino. Sono spariti? A lato della statua vi erano due leoni, pare addirittura in marmo e che ora sembra giacciano da anni nei magazzini comunali di Sante Zennaro.
Sono questi?
E poi la cancellata Liberty in ferro battuto, forgiata dalla ditta Gallotti, che fine ha fatto? È vero che è stata venduta da qualcuno in maniera poco chiara? E che ora si troverebbe in una Villa sulle colline imolesi? I magazzini del Comune del resto ne hanno perso le tracce da tempo.
In teoria ogni manufatto storico andrebbe catalogato, inventariato, prima di essere spostato. Questo passaggio è stato fatto da Sovrintendenza e Musei?
Sul sito del Comune di Imola, della BIM e Musei, non abbiamo traccia, a parte qualche cenno millesimale del Giardino Alberghetti. Eppure, questo sito è esistito ed era pure vincolato.
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