Imola. La pubblicazione del rendering della nuova ‘casa degli eventi’ della curva della Tosa ha aperto un ampio dibattito tra appassionati e non. Una voce da non lasciare inascoltata, quella della gente, inevitabilmente divisa, come su tutto ciò che riguarda l’autodromo, croce e delizia degli imolesi. Sebbene gli appassionati si concentrino prevalentemente su una scelta di priorità per quanto riguarda l’impianto (tamburello, tribuna ecologica, curva Tosa senza edifici per non compromettere la visibilità, dubbi sull’utilizzo dell’edificio senza formula 1) i riflettori si accendono anche sull’impatto ambientale non indifferente della struttura. Un edificio che stona parecchio, almeno dal rendering, col paesaggio tutt’attorno. E poi il rischio è che si dimentichino i costi per realizzarlo. Si parla di un investimento che rasenta i due milioni di Euro, ma se togliamo gli 800.000 Euro del contributo regionale Atuss, il denaro che compete a Conami dovrebbe aggirarsi quindi sopra al milione di Euro. Un investimento non indifferente per un edificio che ospiterà “eventi”, con un indotto per la collettività ancora non chiaro. L’autodromo ha tutto il diritto di ammodernarsi, è un edificio importante ma tali investimenti per un sito che rischia di sotto potenziarsi fanno “a cazzotti” con le priorità di oggi: sono già stati spesi capitali enormi nell’autodromo a discapito forse dei servizi per la città ai quali il consorzio potrebbe dedicarsi sicuramente di più. Siamo in un periodo in cui le priorità per il territorio sono completamente mutate. Basti pensare al rischio idrogeologico, alla necessità di ridare spazio ai fiumi, alla protezione dei quartieri a ridosso del Santerno. Sappiamo bene che il nostro corso d’acqua scorre nel cuore della città, in aree golenali edificate nel dopoguerra e per i successi decenni. Forse il CONAMI potrebbe fare di più in questo senso e abbandonare, magari un po’ , quella vocazione tanto motoristica che gli piace mantenere.
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