Le truffe al telefono sono ormai sempre più ingegnose e perfezionate, e riescono a raggirare cittadini e sistemi di controllo: negli ultimi sei mesi sono arrivate 3.500 segnalazioni sul portale antitruffa che riunisce 170 operatori reseller e trader del settore energetico. Ma il fenomeno sembra inarrestabile.
I RAGGIRI, TECNICHE PIÙ SOFISTICATE – Le truffe si fanno più sofisticate anche con l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale. I numeri delle aziende che chiamano in modo molesto sono sempre meno rintracciabili, rendendo più difficile per il Garante della Privacy e le forze dell’ordine trovare chi raggira i consumatori. Le tecniche sono le piu disparate: si va dal cli-spoofing (la pratica con cui l’utente viene ingannato sull’identità di chi chiama dopo la manipolazione del numero telefonico reale), allo stuffing (il furto di dati, anche online, poi utilizzati da chi fa telemarketing in modo illecito). Responsabili sono i tanti call center e operatori illegali e cosi è sempre più difficile per i consumatori riconoscere i raggiri dietro la proposta dei contratti, in primis di gas e luce.
TELEMARKETING ILLEGALE – Dalle segnalazioni ricevute dagli utenti al portale di Arte emerge come sempre più spesso si ricevano telefonate che comunicano fantomatici guasti a centraline e cabine elettriche con la conseguente necessità di chiudere il vecchio contratto e aprirne uno nuovo per continuare a ottenere la fornitura energetica, pena la sospensione del servizio. Ci sono poi i finti lavori stradali che danneggiano le tubature del gas portando all’imminente interruzione del servizio e all’esigenza di attivare una nuova fornitura. Alcuni si presentano come un non meglio specificato “ufficio gestione pratiche” nazionale comunicando agli utenti la presenza di errori nelle tariffe praticate in bolletta, che sarebbero più alte del dovuto, e la necessità di cambiare contratto per ottenere il rimborso delle maggiori somme pagate, o informando circa errori anagrafici che imporrebbero la stipulazione di un nuovo contratto allo scopo di mantenere attive le forniture. Sempre più numerose poi le telefonate che millantano l’identità di falsi enti nazionali come l’Ente Nazionale Mercato Libero, l’Ente Nazionale Verifica Prezzi o addirittura l’Autorità di regolazione Arera, o che si presentano come incaricati delle associazioni dei consumatori, per apparire più credibili agli occhi della vittima.
Il REGISTRO DELLE OPPOSIZIONE SEMBRA NON FUNZIONARE – Il Registro delle opposizioni, la piattaforma del ministero delle Imprese nata nel 2022 per schermare dalle chiamate indesiderate, ha raggiunto 30 milioni di numeri iscritti e 5 miliardi di contatti verificati (con 101 mila operatori). Ma, come ha ammesso il ministro Adolfo Urso, non funziona a sufficienza. Se dopo l’iscrizione le chiamate indesiderate scompaiono, nel giro di due mesi il flusso ricomincia. Il problema è che il Registro non impedisce di ricevere chiamate illegali, fatte da soggetti che raccolgono i dati in modo illecito, magari accedendo ai database di grandi aziende. Non solo: l’iscrizione copre solo il periodo fino all’ingresso nella piattaforma e non i consensi dati dopo. Andrebbe quindi rinnovata una volta al mese per provare a rendere più funzionale la copertura.
SERVE UNA LEGGE- Inoltre, con le chiamate tramite internet, si riesce facilmente a camuffare il numero di chi chiama, creandone uno falso o rubandone uno esistente.Il governo lavora a un disegno di legge che dia più poteri all’Antitrust per raddoppiare le sanzioni milionarie e costringa tutte le imprese all’uso di un protocollo informatico per certificare i numeri e limitare al minimo le truffe. Nel frattempo il Garante della Privacy è in pressing sulle compagnie telefoniche per fargli adottare strategie di cybersecurity così da impedire ai call center abusivi di accedere ai propri registri informatici. Le norme si sommerebbero al codice di condotta volontario approvato dal Garante, coinvolgendo i grandi player italiani del settore. Per le associazioni dei consumatori, però, tutto ciò non basta. Secondo loro per abbattere il fenomeno servirebbe: obbligare le aziende all’uso del prefisso unico ma anche tornare al sistema dell’opt-in, che proibiva di telefonare a qualcuno se non aveva dato prima il suo consenso a essere chiamato. Infine, almeno per luce e gas, chiedono di vietare la stipula di contratti al telefono.
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