E’ Guido Marchegiani il presidente del Comitato alluvionati di Castel Guelfo. Marchegiani avrà al suo fianco un direttivo di cittadini che hanno deciso di impegnarsi direttamente a collaborare con le istituzioni per mettere definitivamente in sicurezza il paese.
“Siamo stanchi di avere l’acqua alla gola – spiegano dal Comitato -. Lo abbiamo scritto anche in uno striscione e messo ben in mostra al Consiglio comunale che si è tenuto nei giorni scorsi. Non è più il tempo del “diremo” e faremo”. E’ ora di agire partendo, per prima cosa, dalla rimozione degli alberi che ostruiscono il regolare deflusso del fiume. Poi, è evidente che servono nuove infrastrutture in grado di mettere in sicurezza il territorio, ma non possiamo vivere per tre, quattro o cinque anni ancora nel terrore, in attesa che vengano realizzate le casse di espansione”.

In sostanza, il Comitato chiede che le istituzioni diano risposte chiare fin da subito con opere di
manutenzione ordinaria efficaci lungo il corso del fiume. Opere che consentirebbero di ridurre gli effetti dirompenti delle piene.
“Durante il dibattito consiliare – spiegano dal Comitato –, durante un intervento del gruppo di
maggioranza, è emerso che la rimozione degli alberi che fanno da ‘tappo’ porterebbe a
un’accelerazione delle acque che finirebbe per mettere a rischio altre parti del territorio, da Giardino a Sesto Imolese. Siamo noi i primi a non volere che altri cittadini subiscano la nostra stessa sorte, ma non vogliamo nemmeno essere trasformati in una sorta di cassa d’espansione naturale. Si facciano quindi le opere necessarie, a partire dal rafforzamento degli argini, per mettere il più possibile in sicurezza il torrente, in attesa delle grandi infrastrutture”.

In consiglio, maggioranza e opposizione hanno trovato l’accordo su una risoluzione comune che impegna il Comune a vigliare attentamente sulla messa in sicurezza del Sillaro e a coinvolgere direttamente i cittadini con incontri e confronti nel percorso che dovrebbe portare alla definitiva risoluzione del problema.
“Lo ribadiamo ulteriormente – concludono dal Comitato -: vogliamo i fatti”.

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