Di Massimo Bolognesi
“Gli alvei fluviali dell’Emilia Romagna sono stati in parte riprogettati, senza timore di usare un termine improprio, dai colleghi del dipartimento di idraulica tra la fine ottocento e il ventennio fascista, compresa la rete di bonifica.
I criteri dimensionali erano quelli delle piene note in base agli studi pluviometrici standard,ora completamente alterati dai fenomeni legati alle alterazioni del clima.
Siccome di questa roba se ne parla dal 1985, io non credo si possa più parlare di eventi imprevedibili, con quasi quarant’anni di preavviso.
Molte colpe sono anche nell’ avere reso meno permeabile il territorio che non trattiene più acqua e la fa arrivare con sempre maggiore difficoltà alle sottostanti falde freatiche e artesiane.
Una parte di questo maggiore afflusso deriva da fenomeni naturali (costipamento dei terreni causa prolungata siccità),una parte deriva da scelte urbanistiche sbagliate (sprawl urbano,con particolare riferimento alle aree di conoide),in parte a politiche agricole legittime ma pessime sotto l’ aspetto idrogeologico (drenaggio dei terreni per eliminare la tradizionale baulatura dei campi), proseguendo con vere e proprie pratiche agrarie illecite soprattutto in collina quali la mancata manutenzione dei fossi, la mancata formazione delle scoline o la coltivazione seminativa illegale in terreni con pendenze superiori ai 30° (è obbligatoria arboricoltura o frutteto).
Tutto questo, moltiplicato per centinaia di migliaia di ettari, porta milioni di metri cubi di acqua in più nei corsi d’acqua, con tempi di corrivazione molto più ridotti, aggravando la dinamica in alveo già critica per l’ evento meteorico eccezionale.
Con tutte queste responsabilità e omissioni continue non accetto più che si scarichi la colpa sull’evento eccezionale, le nutrie, gli ambientalisti e la vincolistica.
Per non parlare dei manufatti costruiti entro i 10m dalle acque pubbliche come nella via Biancanigo a Castel Bolognese (già alluvionata), in violazione delle previsioni del R.D. 523/1904 ma poi girando e osservando se ne trovano in quasi tutti i comuni.
No, questo scarica barile è disgustoso, inaccettabile e serve soltanto a perpetrare i danni e lo status quo.”
(Dott.Massimo Bolognesi)
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