“Nel suo video pieno di livore, supponenza e offese personali il candidato Albertazzi ha esordito dicendo una falsità ,affermando che la lista che sostiene il candidato civico Luca Mainieri è una lista del PD. Nel Patto politico e programmatico per il cambiamento che lo sostiene oltre al PD ci sono M5S,VERDI,SI,ITALIA VIVA e AZIONE e l’area civica DOZZA ATTIVA nella quale sono presenti anche elettori di centrodestra” – rammenta De Brasi – “Dopo 10 anni di potere di Albertazzi tutte queste forze vogliono voltar pagina, vogliono un cambiamento e vogliono scrivere una storia nuova.Per giustificare il suo opportunismo politico , nel video afferma che potrebbe essere un reato non separare la politica dalla tecnica;per questa ragione lui non è per ora a favore o contrario al progetto rifiuti nella ex Martelli; posizione da “ponzio pilato” – commenta l’ex parlamentare – “tardiva e poco credibile, visto che fino ad ora è stato palese che sostenesse questo progetto dal punto di vista politico.Ma si capisce, è solo tattica elettorale, visto che l’esito della Conferenza di servizi si concluderà dopo il voto di Giugno. Citare una legge che separa la politica e la tecnica nelle Amministrazioni comunali non c’entra niente con il nostro caso.Qui il Progetto tecnico lo propone una Società privata che ha chiesto una autorizzazione ambientale regionale all’ARPAE . L’attuale Amministrazione” – aggiunge – “aveva tutto il diritto e il potere di fare una scelta urbanistica e territoriale che è nelle sue competenze prima che la società privata chiedesse una autorizzazione ambientale e può ancora farla nella Conferenza di servizi che incomincerà il 3 Aprile. Doveva fare una scelta politica nel momento in cui ha saputo l’intenzione di acquistare all’asta fallimentare la ex Martelli per collocarvi un impianto di smaltimento di rifiuti speciali invece di andare al Molino Rosso a presentare il progetto con la società privata. Poteva farlo, sulla base dei piani territoriali , urbanistici e dei regolamenti edilizi della Città Metropolitana, del Circondario imolese e del Comune che ha amministrato per dieci anni, ma non l’ha fatto! Non solo“ – continua l’affondo politico del responsabile del PD dozzese – “ha pure raccontato che siccome l’area su cui insiste la ex Martelli è un’area produttiva, sarebbe possibile insediarvi un impianto di smaltimento di rifiuti speciali. Si tratta di una grande falsità! Infatti l’ARPAE e la Società privata hanno evidenziato nel loro scambio di informazioni e argomentazioni che è necessaria una variante al PTM (Piano Territoriale Metropolitano). Questa variante” – ricostruisce l’ex Sindaco di Imola – “è necessaria perché il PTM e i conseguenti piani territoriali del Circondario e dei Comuni impediscono di insediare impianti di smaltimento di rifiuti a sud della Via Emilia nelle aree pedemontane, tra l’altro su terrazzi alluvionali e nelle vicinanze del Rio Sellustra. Per non parlare della ragione di fondo del nostro NO, senza se e senza ma, ragione che è riferita alla visione del futuro di Toscanella e Dozza. Questa visione“– ripercorre –” cioè l’idea che guarda lontano vuole valorizzare dal punto di vista ambientale e turistico la Valsellustra e il Borgo storico di Dozza e il progetto rifiuti nell’ex Martelli è del tutto incoerente e contraddittorio rispetto a questa visione. C’è poi l’aggravante dell’enorme traffico di mezzi pesanti che dovrebbe entrare e uscire dalla Via Valsellustra sulla Via Emilia che già oggi è congestionata, con il suo relativo carico di inquinamento sonoro e atmosferico, a cui aggiungere i rischi per la sicurezza dei cittadini che le percorreranno. Non bisognava aspettare il parere tecnico dell’ARPAE” – ritiene – “per decidere che l’area ex Martelli non è compatibile con l’insediamento di un grande impianto di smaltimento di rifiuti speciali. Siccome nel video Albertazzi parla a sproposito di verità e di trasparenza, dica ai cittadini ciò che risulta dalla documentazione pubblica sul progetto e cioè che non si caratterizza come un progetto integrale di economia circolare. Solo il 10% del progetto è economia circolare, mentre il 90% è economia lineare. Infatti solo 20.000 tonnellate all’anno di materiale verrà riutilizzato e venduto sul mercato dopo essere stato trattato ,mentre 180.000 tonnellate all’anno di materiale solido e liquido verranno smaltiti come rifiuti speciali in fogna , in discarica o negli inceneritori dopo essere stati trattati. E si badi bene che ad oggi non c’è l’acquedotto industriale che arrivi all’ex Martelli né la capienza delle fogne per simili lavorazioni. Sono state raccolte ormai 1.600 firme” – fa sapere De Brasi – “e Albertazzi invece di farsi carico di queste preoccupazioni si pone il problema della residenza dei firmatari come se volesse controllarli di persona . Trattandosi di un impianto di valenza romagnola, i cittadini che abitano nei comuni limitrofi hanno il diritto ad esprimere la loro contrarietà al progetto. Invece di attivare lui gli strumenti della partecipazione previsti dallo Statuto del Comune ha delegato ad una società privata la sua responsabilità istituzionale. Nel video afferma che la ricerca di una diversa destinazione urbanistica dell’area ex Martelli è una “corbelleria”cioè una stupidaggine. Ma si contraddice, perché afferma che la commistione tra industrie e case è stato un errore del passato, ma invece di alleggerire la presenza dell’industria, prende in considerazione di appesantire l’area con una nuova industria perpetuando l’errore che denuncia. Inoltre” – aggiunge – “tutti possono vedere che tra Via Valsellustra e Via Calanco sono più le residenze che le attività produttive, quindi rigenerare quella zona con destinazioni non produttive sarebbe una scelta intelligente solo che Albertazzi avesse una visione del futuro che gli manca totalmente. L’area ex Martelli è come l’area ex Sideral ed ex Cedir una area che dovrebbe essere di rigenerazione urbana da attuare prevedendo l’ eliminazione dell’amianto e la bonifica del terreno( soil washing) con un accordo operativo previsto dal PUG(Piano urbanistico generale). Nell’area ex Cedir Albertazzi ha deciso che la rigenerazione consenta di costruire nuove strutture commerciali, degli uffici e nuove attività produttive ,si spera sostenibili. Nell’area ex Martelli si può ragionare con questa proprietà o con un’altra in caso di vendita sulle destinazioni d’uso e sul valore da generare per rendere appetibile la rigenerazione come è stato fatto da Albertazzi con la proprietà dell’ex Cedir. La scelta era ed è politica, a maggior ragione in campagna elettorale. Affermare che la scelta è tecnica” – conclude De Brasi – significa solo costruire un alibi alla propria mancanza di visione politica .”
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