Faenza. Nella convention regionale del Movimento 5 Stelle al Pala Cattani di Faenza, il mattatore è stato l’on. Giuseppe Conte, il suo intervento ha toccato molti temi, dalla situazione territoriale del Movimento, alle critiche al Governo sul PNRR, alla rivendicazioni delle battaglie sociali.
L’evento, considerato di grande rilievo in vista delle prossime scadenze elettorali, ha visto gli interventi di molti esponenti di spicco: tra i “vip”, oltre l’ex Premier, anche la Vicepresidente vicaria Paola Taverna e il Responsabile delle piattaforme informatiche Vito Crimi. In un gremito Pala Cattani, era presente anche un nutrito gruppo di militanti del Movimento imolese.
Applauditissimo l’intervento di Conte – “Questa giornata ci ripaga di una lunga attesa, perchè aspettavamo di riprendere il lavoro sul territorio, e non è stato facile costruire una architettura dandogli una prospettiva.
Siamo partiti un po in ritardo sui territori – ammette – ma adesso ci siamo, questo percorso lo state realizzando voi. E’ una terra significativa questa per la storia del Movimento, con il V Day nacque tutto qui a Bologna. Io non c’ero ancora, pensate un po’” – rammenta – “ma molti di voi sono volti della prima ora, che portano le rughe dei tanti gazebo, impegni e insulti che avete preso. Con i coordinatori regionali e provinciali abbiamo una comunicazione tra noi e i territori, adesso dobbiamo recuperare la grande intuizione del Movimento, ovvero la democrazia dal basso. Il terzo pilastro sarà la scuola di formazione” – annuncia – “ve ne parlerà Vito Crimi. Potrete interagire con noi, potendole direttamente condividere a livello nazionale moltiplicandone l’applicabilità.E poi la scuola di formazione: dobbiamo studiare e confrontarci con gli esperti.Altrimenti non possiamo assumerci responsabilità pubblica, dobbiamo diventare più esperti degli esperti.Se no diventeremmo come gli altri. E questo non ce lo possiamo permettere.
“per noi è una sofferenza vedere chi è venuto dopo di noi” – l’opinione sulla situazione nazionale – “sia il governo Draghi e il Governo Meloni, che sembra essersi insediato ieri. Sono 16 mesi che sta governando, non hanno battuto un colpo per rendere strutturale il Pnrr a futura memoria.
Avete visto le polemiche” – aggiunge – “ci chiedono da che parte stiamo, intellettuali e giornalisti. Ci chiedono di schierarci, ma la nostra identità è cosi forte che vi diciamo dove stiamo parlando di noi. E’ facile rispondere: stiamo dalla parte della giustizia sociale. Per ridistribuire le risorse a favore di coloro che non hanno voce in capitolo” – rilancia – “di coloro che sono invisibili , che vengono addirittura maltrattati dalla politica. Siamo dalla parte di chi vuole investire nella sanità. Che significa prestazioni essenziali da Nord a Sud. Non significa occupare le ASL. Investire nell’istruzione, senza fare mucche da mungere per creare una rete clientelare di consenso.”