“Tra i compiti dei Comitati CCM e CUF c’è quello di monitorare la qualità del SSN e fare proposte migliorative. Per questo non possiamo non far sentire la nostra voce in un momento in cui è necessario sostenere nel modo più forte possibile la sanità pubblica, che è un elemento essenziale del welfare italiano, ma sta vivendo una fase molto critica e complessa, per vari motivi: finanziamenti insufficienti, carenza di personale, ampi divari territoriali, un’inesorabile avanzata del settore privato, etc. Da quando, nel 1978, la Legge 833 ha istituito un sistema sanitario universalistico, presidio fondamentale per la salute della persona e per la solidarietà nazionale, il SSN è stato sempre unanimemente riconosciuto come punta avanzata della pubblica amministrazione, all’avanguardia nel panorama internazionale. Ha infatti accompagnato la crescita nazionale del Paese, favorendo un rapporto di fiducia tra cittadini e servizi pubblici, promuovendo e sostenendo, in particolare nelle regioni in cui il sistema è più forte e i servizi funzionano, la ricerca, in collaborazione con Università e Centri Studi e la capacità di rispondere in modo adeguato ai bisogni dei cittadini tutelando, come afferma l’art. 32 della costituzione “la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. E’ in particolare l’obiettivo comunitario che viene tutelato solo da un sistema sanitario pubblico, il quale accanto alla dimensione “prestazionale” e “individuale” nella fruizione dei servizi (nella efficacia e nella tempestività), sa altresì promuovere politiche fondate su una lettura epidemiologica comunitaria; di appropriatezza degli interventi terapeutici; di presa in carico globale delle persone; di approccio multiprofessionale; di integrazione con i servizi sociali; di promozione della salute e di prevenzione collettiva. Non abbiamo la presunzione di proporre delle soluzioni semplici per problemi complessi e impegnativi, ma nel nostro ruolo di rappresentanti delle associazioni e dei cittadini non possiamo fare a meno di sollecitare chi di competenza – governo, istituzioni regionali, amministrazioni locali, partiti, operatori sanitari…- ad operare col massimo impegno per permettere al servizio pubblico sanitario di continuare a svolgere il proprio compito, rispondendo nei tempi e nei modi necessari ai bisogni di tutti I cittadini. Per il CCM (Comitato Consultivo Misto degli Utenti Ausl Imola) Il presidente Remo Martelli Per il CUF (Comitato Utenti e Familiari Salute mentale Ausl Imola) La presidente Anna Marchi
NOTA DI LALTRAIMOLA.IT Sembra quasi che i tagli alla sanità pubblica siano cominciati l’altro ieri. Non dimentichiamoci del definanziamento del SSN cominciato nel 2010 e conclusosi nel 2019: quanto silenzio dell’opinione pubblica in questi anni!
Fra tagli e minori entrate il Servizio Sanitario Nazionale ha perso negli ultimi dieci anni € 37 miliardi di euro: è quanto emerge dal report dell’Osservatorio GIMBE: Il finanziamento pubblico è stato decurtato di oltre € 37 miliardi, di cui circa 25 miliardi nel 2010-2015 per tagli conseguenti a varie manovre finanziarie ed oltre 12 miliardi nel 2015-2019, quando alla Sanità sono state destinate meno risorse di quelle programmate per esigenze di finanza pubblica. In termini assoluti il finanziamento pubblico in 10 anni è aumentato di 8,8 miliardi, crescendo in media dello 0,9% annuo, tasso inferiore a quello dell’inflazione media annua (1,07%).
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