Ha creato scompiglio la notizia di un focolaio presso le scuole Rodari di Via Tiro a Segno 1. Una “soffiata” da parte di un’insegnante ha messo “sulla graticola” l’intero plesso scolastico. L’iniziativa personale di una maestra che ha imbarazzato le altre colleghe.
Abbiamo ascoltato alcuni insegnati del medesimo istituto, che però tracciano un quadro totalmente diverso. Dunque, l’ente che ha in gestione il post scuola, secondo quanto ci riferiscono le insegnanti, una volta venuti a conoscenza della positività al Covid-19 di alcune operatrici ( si parla di 4 su 5), lo avrebbero comunicato ai genitori dei bambini e all’AUSL.
Tuttavia, non si capisce in quale modo sia avvenuta la comunicazione. Tramite sms? Sta di fatto che molti genitori non sono venuti a conoscenza della positività delle educatrici continuando a mandare per altri due giorni i bambini a scuola. E anche ovviamente i bambini stranieri, con più difficoltà a capire messaggi di testo. Quelli che invece avevano appreso della cosa avrebbero lasciato a casa i loro figli. Intanto, all’AUSL occorrono due giorni per intervenire, e quando lo fa mette in quarantena i bimbi che avevano partecipato al post-scuola. E di conseguenza, anche i bimbi risultati positivi al tampone. Infine, mettendo in quarantena le classi che avevano avuto contatti coi bambini (cinque classi).
RIFERISCE UNA MAMMA:
“In classe di mia figlia una bimba del post scuola che non aveva ricevuto il messaggio del doposcuola ha continuato a frequentare la scuola. Quando l’Ausl l’ha avvertita ha fatto il tampone è risultata positiva e la classe è stata messa in quarantena”.
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