L’ANFITEATRO ROMANO DI IMOLA, UNA STORIA CONTROVERSA:Il monumento è tornato alla luce il 28 febbraio 1870 nel podere Pasticcia, nel dicembre 1957 il Consiglio comunale di Imola diede il via definitivo alla lottizzazione. LA STORIA


La nascita dell’abitato romano di Forum Cornelii si colloca forse intorno al momento della costruzione della via Aemilia, nel 187 a.C., ma il primo impianto urbano regolare data all’inizio del I sec. a.C. ed è probabilmente in relazione con l’acquisizione dell’autonomia amministrativa. Da piccolo centro racchiuso in poche centinaia di metri, agli inizi del I sec. a.C. diviene una cittadina di considerevole estensione. La politica augustea di potenziamento e rinnovamento urbanistico dei centri della regione investe anche Forum Cornelii, che vede delinearsi in modo definitivo il suo impianto con la relativa edilizia pubblica, di cui farà parte un anfiteatro posto nell’immediato suburbio occidentale, appena all’esterno del perimetro urbano.


Il monumento è tornato alla luce il 28 febbraio 1870 nel podere Pasticcia, di proprietà Calamosca, ad opera dell’ ing. Domenico Casati che, con la collaborazione di Giuseppe Marani, condusse una prima campagna di scavi liberando circa due terzi delle strutture murarie dell’anello, ricoperte da un debole strato di terreno. Dopo un sommario rilievo, per mancanza di fondi gli scavi furono sospesi e il terreno riconvertito alle attività agricole.
L’arena di metri 67 x 40 era circondata da una cavea, di metri 108 x 81 digradante verso un invaso sterrato che la conteneva quasi interamente, sicché l’anello esterno sporgeva solo di metri 1,60.
In epoca imprecisata, forse in età tardo-antica, le strutture del’anfiteatro furono demolite in un’unica soluzione sino a livello di campagna; sopravvisse unicamente l’anello in nucleo cementizio dallo spessore di metri 3,40.
I ruderi, ricompresi nell’area tra le attuali vie Amendola, Casoni e Guidaccio da Imola furono completamente obliterati da una moderna lottizzazione dopo la metà degli anni Cinquanta del Novecento.

NULLA DI VISIBILE RESTA A PERPETUARE LA MEMORIA DELL’ANTICO ANFITEATRO, sino ad oggi ricordato unicamente nella titolazione di una strada all’interno del quartiere in cui il monumento sorgeva.
Recentemente, su richiesta del Comitato per la valorizzazione dei Beni archeologici della città di Imola due pannelli sono stati installati in via Amendola e in via Guidaccio, in coincidenza con un degli accessi alla struttura dedicata agli spettacoli.

Agli inizi degli anni Venti del Novecento, per interessamento dell’Ispettore onorario Luigi Cerrato, l’allora Ministero della Pubblica Istruzione riprese in mano la questione e l’Ispettore Augusto Negrioli della Soprintendenza alle Antichità fu inviato a Imola per verificare la possibilità di aprire una nuova campagna di scavo allo scopo di rimettere in luce le strutture murarie del monumento. La cosa non si concretizzò se non con l’emissione di un vincolo di tutela. Poiché i proprietari del terreno avevano intenzione di erigere un fabbricato, nel 1929 il Podestà di Imola fece richiesta del relativo nulla-osta al Soprintendente Salvatore Aurigemma, ma quest’ultimo subordinò qualsiasi autorizzazione all’effettuazione di nuovi sondaggi di scavo, che vennero eseguiti fra la fine di aprile e il mese di maggio di quello stesso anno e seguiti da una relazione descrittiva dei resti.
Lo stesso Aurigemma pubblicò poi i risultati di quello scavo in una memoria dedicata agli anfiteatri romani della regione, sostenendo che quello di Forum Cornelii era una fra i monumenti più interessanti noti in Italia settentrionale caratterizzato da una soprastruttura lignea.
Seguì un lungo periodo contrassegnato dal tentativo di trovare un accordo soddisfacente fra le esigenze di tutela dello Stato da una parte e le intenzioni della famiglia Calamosca dall’altra, in un succedersi di polemiche e di ricerche di varie soluzioni (permuta di terreno, esproprio, progetti di valorizzazione).

Dopo la fine della seconda Guerra mondiale il problema dell’anfiteatro tornò in primo piano con la presentazione nel 1951 di un progetto, propugnato dai proprietari, mirante a ricavare la massima superficie edilizia sia all’interno della cavea, sia sulle strutture dell’anfiteatro. Il progetto fu approvato nel marzo del 1952 e poco dopo ottenne il via anche dal Ministero competente. Nel dicembre 1957 il Consiglio comunale di Imola diede il via definitivo alla lottizzazione.
FONTE: Reg.Emilia Romagna