I DAE SCOMPARSI A CASALFIUMANESE: IN COMUNE NE ARRIVANO DUE NUOVI? IL POST DELL’EX CONSIGLIERE 5 STELLE RIACCENDE I RIFLETTORI SULLA VICENDA “Far luce sul caso” Il Comune aveva replicato nei giorni seguenti il fatto
“Come molti ricorderanno, a Casalfiumanese, il 30 dicembre scorso, a causa di un arresto cardiaco, un anziano cittadino ebbe necessità di un rapido soccorso.
Leonardo Vitiello, un giovane soccorritore abilitato, allertato tempestivamente dal 118, intervenne per prestare soccorso, tentando di dotarsi di uno dei due defibrillatori, presenti in prossimità del luogo e indicatigli nella chiamata della centrale operativa, ma senza successo.
Naturalmente, si precipitò ugualmente all’abitazione dell’infermo, operando le operazioni di primo soccorso, senza però poter defibrillare.” Una lunga lettera,a firma di Fabrizio Sarti, ex consigliere comunale a Casalfiumanese, è stata postata sul gruppo facebook “Sei di Casalfiumanese Se “Purtroppo, la persona colpita dall’arresto cardiaco non ha superato la crisi ed è deceduta. Nessuno può dire con certezza se poteva salvarsi o meno, ma di fatto un presidio istituito per salvare non è potuto essere utilizzato.
Due i motivi, il primo, frutto di un’organizzazione superficiale e miope, prevede che i defibrillatori siano disponibili solo in certi giorni e orari (come se le persone possano sentirsi male solo in quelle disponibilità); il secondo, per ora solo potenziale, ma altrettanto grave se confermato, sarebbe quello per cui sembrerebbe che i due defibrillatori non fossero nei luoghi indicati dal 118. In particolare: il primo avrebbe dovuto trovarsi in Municipio e l’altro nell’ adiacente Centro sociale.
I due edifici a quell’ora risultavano entrambi chiusi, ma ciò che abbiamo appreso dalla stampa e che ha sconcertato molti di noi è il fatto che, la mattina seguente, lo stesso soccorritore si sia recato in ambedue gli edifici, constatando la mancanza dei defibrillatori.
La Sindaca, replicando, ha smentito le dichiarazioni del soccorritore, ma non ha confermato o meno la presenza del defibrillatore in municipio.
E qui sono sempre due le considerazioni: la prima, indipendente dalla vicenda, ci pone questa domanda: possibile che si sia pensato di acquistare ben due defibrillatori, ma riposti in luoghi il cui accesso sia vincolato, piuttosto che averne anche uno solo, invece sempre disponibile ? Vi sono allo scopo piccole cassaforti o bacheche blindate con apertura a combinazione, che, se istallate, potrebbero alloggiare e proteggere il defibrillatore, mentre il codice d’accesso potrebbe essere comunicato al soccorritore dal 118 al momento della chiamata.
L’altra considerazione che, come dicevo se confermata sarebbe alquanto grave, ci interroga su dove siano finiti ben due defibrillatori, registrati al servizio DAE respondER ?
Perché se realmente non erano nel luogo previsto, anche il malore di un qualsiasi cittadino, colto in orario di disponibilità degli strumenti , non avrebbe trovato un defibrillatore e la differenza può veramente essere fra vita o morte.
Ora, alla luce di come si è evoluta la vicenda, sarebbe veramente opportuno che un’amministrazione, sedicente trasparente, fugasse ogni ipotesi o sospetto di negligenza, soprattutto per ridare fiducia a quei cittadini che, come me ormai non più giovani, potrebbero avere in qualsiasi momento necessità di un tale soccorso, e nel quale la presenza o meno di un defibrillatore potrebbe fare la differenza tra vivere o morire.
Pare però ci sia un fatto nuovo non banale: da poco sono entrato in possesso di questa recente foto, che ritrae un defibrillatore posizionato in bella vista all’ingresso degli uffici comunali.
Mi dicono si tratti di uno strumento nuovo.
Se così fosse, ma non sarebbe complicato verificarlo dai numeri di matricola che ogni dispositivo medico deve obbligatoriamente avere, ci sarebbe da chiedersi dove allora siano finiti quelli registrati nel sistema DAE respondER ?
Qualcuno ha notizie aggiornate?
Se il defibrillatore è stato acquistato di recente, allora i quattro dipendenti comunali che dichiararono al soccorritore di non averlo mai visto, avevano più che ragione, non mentivano.
Ma l’importanza di far luce su come sono realmente andate le cose è fondamentale per evitare situazioni simili in futuro e per migliorare le lacune, ora evidenti, mostrate dalla scelta dei luoghi di conservazione dei defibrillatori.
Non abbassiamo l’attenzione sulla vicenda, potrebbe capitare ad ognuno di noi la necessità di avere un soccorso con defibrillatore, o a qualcuna delle persone a noi più care. Immagino che, se un nostro familiare venisse soccorso da un’ambulanza, su cui per qualche ignaro motivo manchi la bombola dell’ossigeno, e dovesse per questo morire, noi pretenderemo venisse fatta chiarezza sulle cause, se non altro per impedire che altre persone possano soffrire in futuro per simili.
Chissà cosa è successo, in realtà?
Se qualcuno ha notizie in merito ben venga
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