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Santerno “Tra la golena e il ponte ormai non c’è più spazio”

I piani golenali del fiume Santerno, in corrispondenza del ponte ferroviario che attraversa il torrente a Voltana sono talmente alti che sotto al ponte quasi non si passa più neanche a piedi.

E pensare che, a memoria, i contadini, un tempo vi transitavano anche con i loro mezzi. La golena era pulita, coltivata ad erba medica. Da almeno una ventina d’anni la situazione è andata incontro a un lento abbandono, acuitosi in maniera preoccupante con le piene degli ultimi due anni.

In quel punto, addirittura, il corso del Santerno si è tutto spostato sulla sinistra. Un fenomeno che ha almeno trent’anni di azione. Non è chiaro al momento se verrà realizzata una ricentratura dell’alveo e sopratutto un ripristino delle golene.

Il Comitato Amici del Santerno ha acceso i riflettori sulla criticità, contattando l’agenzia regionale per la Protezione Civile. L’ente ha spiegato che i lavori sul Santerno nel tratto dal ponte della SP77 “Via Fiumazzo” fino al ponte della SS16 “Adriatica o “Via Reale Lavezzola” resta oggetto di progettazione ed interventi per opera di SOGESID spa, società di ingegneria “in house providing” delle Amministrazioni centrali dello Stato, incaricata alla collaborazione per la ricostruzione post alluvione 2023 (fondistanziati con Ordinanza 35). Al momento però, in quel tratto non sono cominciati lavori e i residenti sono comprensibilmente preoccupati.

LA RISPOSTA DI RFI

“L’alveo di un fiume, anche se passa sotto a un ponte ferroviario , non è di proprietà di RFi, tant’è che quando RFI va a lavorare in alveo per manutenere le proprie infrastrutture, vengono chieste le dovute autorizzazioni. Ovviamente è ben felice che si facciano dei lavori, chiaro che le attività pianificate vengano in qualche modo concordate al fine che non vadano a creare rischi per il ponte e la sua circolazione ferroviaria.Ci dovrà essere una sorta di coordinamento perchè dovranno esserci una serie di accorgimenti che RFI sarà in grado di fornire ma sul fatto che intervengano o meno non è l’ente che debba autorizzare o meno questa attività. RFi deve valutare la sicurezza del ponte che allo stato attuale è sicura”. Tuttavia, come fanno notare, possono esserci delle eccezioni. Alla bisogna, qualora prevalga una collaborazione, RFI può intervenire anche nel fiume (se richiesto e concordato). Un esempio la situazione emergenziale che coinvolse il ponte ferroviario di Boncellino dopo l’alluvione del settembre scorso, ove si era formata un’enorme diga di legname. RFI, in quel caso, intervenne coi suoi mezzi.

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