Si ritiene che in epoca romana il fiume passasse ad est di Bagnacavallo, nel territorio ravennate. Lo conferma il nome di una frazione di Ravenna denominata appunto Santerno, che oggi si trova vicina al fiume Lamone. Si pensa che il fiume, dopo aver attraversato Imola, si dividesse in due rami. Uno si dirigeva a nord-ovest verso il ravennate e l’altro proseguiva verso nord, fino ad immettersi nel delta del Po. Con il verificarsi dei dissesti idrogeologici dell’VIII sec. d.C. il ramo ravennate del Santerno si estinse.
Verso la fine del ‘500, col passaggio del Ducato di Ferrara nello Stato Pontificio venne attuata una nuova regimentazione delle acque che coinvolse in maniera ingente anche il Santerno.
La gestione del maggiore affluente del Reno non trovò così pace per quasi trent’anni.
Dapprima venne tolto dal Reno, facendolo spogliare in valle, con le acque poi confluite nella valle di San Bernardino, a nord di Lugo. Poi, una volta compresa l’inutilità dell’intervento, venne reimmesso nel Reno, ma più a est di prima. Infine, nel 1625, fatto deviare da Giovecca in modo da costruire Voltana nel suo corso abbandonato. Fino a metà del settecento non vi furono cambiamenti: a Passogatto, nel 1783, il fiume venne immesso in un cavo di sei chilometri appositamente costruito per condurlo a sfociare nel Primaro all’altezza della località Chiesa della Pianta, dove sfocia tutt’oggi.
Il Santerno, nel 1871, venne “raddrizzato” nel tratto tra Bagnara e Mordano, mentre nel 1885 vennero eliminate sei anse a Sant’Agata sul Santerno, poichè, si ritenne, rallentavano il corso del fiume e ne facevano alzare il letto, aumentando il pericolo di esondazioni e alluvioni.
L’INCUBO ALLUVIONI
Le alluvioni iniziarono a far paura nel secolo che va dal 1679 al 1778, come scrisse lo storico massese Luigi Quadri, il Santerno ruppe gli argini per ben quattordici volte (!!!!!). La rotta più disastrosa fu registrata l’11 ottobre 1745, quando il fiume in piena entrò a Massa Lombarda, raggiungendo l’altezza di 88 cm.
Nel 1842 piovve per tre giorni, provocando enormi danni, con l’acqua che arrivò a raggiungere i 132 cm . Nel 1959, il Santerno ruppe nei pressi di S. Maria in Fabriago, allagando le campagne di S.Patrizio, Conselice e Massa Lombarda per un totale di circa 3.300 ettari.
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Alluvioni, tra il '600 e il '700 il Santerno ruppe l'argine 14 volte
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