Iter autorizzativo in corso per un nuovo parco fotovoltaico a Castel San Pietro, in un’area perifluviale del SILLARO attualmente adibita a cava, terreni in cui il Piano Stralcio per l’assetto idrogeologico (Autorità Bacino Reno) non permetteva alcuna costruzione ma solo opere idrauliche: infatti, parte del medesimo terreno, veniva ricompreso nell’area dove sarebbe dovuta sorgere la cassa di espansione. “Comicorlo”, il comitato di via Corlo, si oppone al parco fotovoltaico da 45 ettari e chiede risposte al Comune: “Era previsto un parco naturale”.
INTERVISTA ALLA DOTT.SSA SILVIA ROSSI, LEGALE RAPPRESENTANTE DEL COMITATO “COMICORLO”
Come siete venuti a conoscenza del progetto?
“Ad Agosto scorso, solo 4 famiglie della zona (perchè i piloni ricadevano nel loro terreno o adiacenti all’abitazione) hanno ricevuto una lettera dall’Arpae in cui ci avvisavano della sostituzione dei piloni dell’alta tensione. A questo punto ci siamo subito mossi per capire cosa stesse succedendo, chiamando l’Arpae che ci ha messi al corrente del procedimento di autorizzazione in corso per la mega centrale.”
Viste le vostre perplessità anche dovute alla scarsa informazione , il comune vi accolse per chiarimenti ? Cosa vi rispose ?
“Il comune ci ha incontrati la prima volta a Settembre ed in quell’occasione hanno solo preso informazioni da noi (a detta loro non sapevano nulla….) e siamo rimasti che appena avessero fatto il punto della situazione ci avrebbero richiamati. Noi avevamo fatto anche diversi accessi agli atti per capire che fine avesse fatto il parco naturale che ci era stato promesso (era anche nel PRG’99) e che progetti avesse depositato la Ren Solar One presso il comune. Il secondo ed ultimo incontro è avvenuto il 4 Novembre, in quell’occasione ci hanno detto che non esisteva alcun progetto del parco (falso perchè tutti i residenti ed acquirenti della zona lo avevano visto) e che loro non avevano potere in merito al progetto della centrale elettrica e dei 2 parchi fotovoltaici.”
L’ impianto interesserà l’intera cava ?
“No, non coprirà l’intera cava, anche perchè una parte della cava è ancora attiva, ma centrale ed i 2 parchi fotovoltaici avranno un’estensione di circa 45 ettari.”
In che modo la cava potrà coesistere con un’esondazione del fiume e dell’avvento della centrale?
“Probabilmente si tratterà di casse di espansione, da inondare al bisogno. Ora anche noi stiamo cercando di capire come verranno costruite, in primo luogo perchè la cava ormai è stata chiusa (dove hanno già scavato) anche se non riportando il terreno al livello originale, ma in tutti i casi si dovrebbe scavare tutta l’area nuovamente, impermeabilizzare il terreno (qui è tutta ghiaia) e fare delle braglie perchè il letto del fiume è circa 15 metri più basso del terreno. La cosa più importante è che nella parte della cava a sud dell’autostrada, ci sono case abitate e ristrutturate proprio in mezzo alla cava, hanno intenzione di inondarle? La parte della Cava a nord dell’autostrada è invece più accessibile: il letto del fiume è più basso e non ci sono case.”
Quando compraste le case cosa vi dissero?
“Ci fecero vedere il progetto del parco naturale. Io ho comprato casa 20 anni fa e qui c’era la cava in piena attività che procurava non pochi problemi a tutti i residenti: a parte il traffico di mezzi pesanti che questa strada di campagna non è mai stata in grado di sopportare; rumore, polvere, fango, ecc ecc, quindi per tenere calmi i residenti avevano promesso di costruire un bellissimo parco naturalistico con annesse casse di espansione a fine della prima concessione. La prima concessione doveva durare 12 anni, quest’anno festeggiamo i 30 anni di Cava”
Quali sono le iniziative che ora percorrerete per far valere le vostre ragioni?
“Ora abbiamo fatto le nostre osservazioni nell’ambito della conferenza dei servizi di Arpae, abbiamo fatto anche delle integrazioni a queste osservazioni e chiesto un incontro in Regione ed uno all’autorità di bacino del Reno per capire cosa hanno intenzione di fare. Purtroppo il dialogo col comune si sta incrinando, perchè loro sono a favore di queste opere, nonostante la loro localizzazione in un’area che da PSAI non permetta alcuna costruzione se non idraulica” .
Che cosa chiedete a comune e Arpae?
“Di rispettare la destinazione di quest’area e di darci il parco per cui abbiamo sopportato 30 anni di cava: in questa zona non si sarebbe neanche potuto scavare, invece hanno dato un’autorizzazione a fronte di un parco, sparito nel nulla”
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