LAMONE, GLI STUDI DEL 2011 fecero emergere un “diffuso stato di insufficienza del corso d’acqua, i problemi della manutenzione ordinaria e il rischio di rottura arginale.

Nel 2011, ad integrare la relazione tecnica del Piano Stralcio per l’assetto idrogeologico del 2003, che forniva un primo quadro sistematico dei rischi idraulici,venne redatta una importante relazione denominata “Assetto della rete idrografica”.
Il lavoro è stato possibile grazie ai rilievi idrografici del 2003 – 2004 e l’indagine si è concentrata sul delicato tema legato al collasso arginale

LA GRAVITA’ DELLA SITUAZIONE DEL LAMONE
Alcuni tratti del torrente Marzeno erano considerato “a rischio trentennale e quindi da adeguare con risezionamenti, demolizione argini, espropriazioni in diverse località. Sono da adeguare
alcuni ponti inofficiosi a carico di Comuni e privati. Sul Lamone, il testo arriva a scrivere che “La relazione illustrativa dello studio (ottobre 2010) ha evidenziato notevoli discrepanze rispetto ai calcoli idraulici precedentemente condotti dai consulenti dell’Autorità di bacino, ed in particolare un diffuso stato di insufficienza del corso d’acqua a valle di Faenza, la cui entità
risulterebbe molto più grave rispetto a quanto precedentemente stimato
“.

Lo studio inizia ad affrontare la situazione del corso d’acqua più a valle: “si prevedono infatti nelle località di Mezzano, Villanova e Traversara dei risezionamenti con particolare attenzione all’apertura idraulica degli attraversamenti inofficiosi. Tutti i ponti” – già all’epoca evidenziava la relazione – chiudono in parte la sezione idraulica” – comprese “le passerelle a Villanova e Traversara, al ponte dell’ Albergone, a quello FS Castelbolognese-Ravenna, al ponte Rugata-Madrara ed al ponte della Castellina.”
LA MANUTENZIONE DEL LAMONE, UN PROBLEMA SERIO
Lo studio continua, è già nel 2011 si appurò che il corso d’acqua soffriva“di diffusi problemi di manutenzione ordinaria e richiede taglio di vegetazione e sistemazioni spondali.”
Mentre, sempre per quanto riguarda la vegetazione, che se in pianura rappresenta un problema, in montagna “costituisce un elemento di grande importanza per l’alveo in quanto assolve a molteplici funzioni ecologiche e alla funzione, squisitamente idraulica, di operare una corretta laminazione delle piene (attraverso il rallentamento della corrente) e una difesa dall’erosione delle sponde.
“La vegetazione in alveo” – evidenzia lo studio in merito al controverso tema degli alberi nel fiume – “costituisce un pericolo nel caso degli alvei arginati di pianura, ove
si configura la possibilità di esondazioni che si manifestano nella forma di dam break con
componente dinamica accentuata”


Dalla carta del 2011 si evince che i tratti più critici sono:

Il Savio a Castiglione, il Lamone fra Villanova e Traversara; un tratto del Montone in corrispondenza del confine di provincia.

sarà da prevedere espropriazioni ed abbassamenti irregolari” – anche per la laminazione, continua la relazione, e serve – “eseguire un progetto generale che veda tutta l’asta di valle con
priorità di interventi e scelte strategiche fra laminazione e risezionamenti complessivi.”

A monte di Faenza, viene segnalato “si sta valutando la possiblità di realizzare aree di laminazione (specie per i problemi di Faenza e degli abitati a valle) in fase di studio”

FOTO: criticità arginali, da notare il Lamone a Traversara vicino al doppio cerchio rosso


CRITICITÀ ARGINALI

L’Autorità di Bacino aveva predisposto una specifica campagna geognostica per comprendere gli effetti dinamici della esondazione che configurano un forte rischio.
L’indicazione del piano è quella di evitare nuove previsioni urbanistiche all’interno della
fascia di rischio residuo, e di sottoporre le arginature a continuo monitoraggio mediante
ispezioni visive allo scopo di rilevare con prontezza problemi connessi a:

Alcuni punti critici esposti nella mappa sopra sono posti in corrispondenza del punto dove il Lamone ha rotto gli argini: vengono segnalati l’Abitato di Mezzano (Q200); Passerella Villanova (Q30); Abitato di Villanova (Q200); Abitato di Traversara (Q200); Passerella Traversara (Q30); Ponte Rugata-Madrara (Q200);

Un differente meccanismo di rottura delle arginature si osserva quando il corpo arginale si
rompe a causa dell’erosione per tracimazione dell’acqua.
“A livello generale”- scrisse la relazone nel 2011 – “si evidenzia l’importanza di sottoporre ad adeguati controlli soprattutto i tronchi corrispondenti: per il Lamone, al tratto in comune di Faenza e al tratto Villanova-Traversara”
foto: rischio di sifonamento arginale, verde scuro rischio alto.


Ancora il documento, segnalò che “Per quanto riguarda il monitoraggio, la Provincia di Ravenna con il supporto tecnico dell’Autorità di Bacino ha presentato per il finanziamento da parte dello Stato (fondi 8 per mille IRPEF a diretta gestione statale) un progetto di “Predisposizione di un sistema sperimentale di preallarme per il rischio di collasso arginale lungo l’asta dei Fiumi Uniti, del fiume Montone, del fiume Lamone e del fiume Savio quale misura non strutturale di difesa idraulica della città di Ravenna e delle località in provincia di Ravenna”. Tale sistema, per i cui dettagli si rinvia alle schede progettuali predisposte e recepite nel quadro conoscitivo,
consentirebbe di attuare un adeguato servizio di controllo e di protezione civile che
potrebbe in parte sostituire interventi strutturali ben più impegnativi e di difficile
realizzazione.

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