Imola. La cappella della famiglia Pantani è un piccolo museo, in cui la devozione prende il sopravvento. Il Pirata riposa vicino ai parenti e all’amato nonno Sotero. In questo luogo il pellegrinaggio è ininterrotto da 20 anni. Angioletti, foto, fiori gialli, dediche, calamite. C’è di tutto e si capisce bene quale sia ancora oggi l’affetto che ha trasmesso il Pirata sulla sua folla. In “Tradimento e Perdono“, Antonello Venditti ha unito due tragedie dello sport che l’hanno colpito profondamente, quella di Marco Pantani e Agostino Bartolomei. Raccontando il dolore della scelta del Capitano giallorosso di togliersi la vita il 30 maggio 1994. Ma anche l’amarezza per il trattamento subito dal Pirata “questo mondo coglione, piange il Campione, quando non serve più” .
Ogni volta che mi trovo a passare da Cesenatico non esito a fermarmi per un saluto sulla tomba del Pirata. Ed ogni volta è un tuffo al cuore vedere che campione abbiamo perduto. Non avevo mai visto quelle fotografie che mi hanno molto colpito. Marco, nella prima, sembra sereno. Forse in uno dei rari momenti degli ultimi anni. Dietro al busto, la foto con Papa Wojtyla e un’altra in bianco e nero, in primo piano, risaltante forse all’epoca dell’accoppiata Giro-Tour.
Ho recentemente sentito l’avvocato Alessi, legale della famiglia Pantani che sta seguendo l’inchiesta con grande passione e tenacia. Dopo l’archiviazione di Forlì (per omicidio) rimane apertissimo il fascicolo di Trento, dove la Procura sta cercando di chiarire se a Campiglio vennero manipolati gli esami di Marco con l’intento di fermarlo, quando tra l’altro era in testa alla classifica del Giro. Se così fosse, sul caso Pantani, si dovrebbe riscrivere da capo tutta un’altra storia. Le certezze dei molti narratori (e detrattori) cadrebbero. Una storia in cui sono troppe le cose che non tornano.Ancora presente l’ombra delle scommesse clandestine: si parla addirittura di un intervento in concerto della camorra dei Casalesi, i capi di Afragola, di Portici e l’alleanza di Secondigliano, tutti per incastrare il povero Marco Pantani.
Chissà se verranno chiarite le tante stranezze che aleggiavano nelle stanze dell’Hotel Touring quella mattina. Alcuni agenti della Scientifica hanno recentemente dichiarato che altre persone entrarono prima di loro nella stanza del residence Le Rose: “La cosa mi parve strana in quanto sulla scena del fatto su cui si indaga, a mio parere, per primi dovrebbero entrare gli operatori della scientifica opportunamente attrezzati con calzari, guanti e tute”.
I magistrati hanno ascoltato dieci persone informate sui fatti con l’obiettivo di ricostruire le modalità del prelievo e capire perché alla provetta di Pantani non fu assegnato un numero progressivo e non riconoscibile bensì l’11.440, apposto alla presenza di più persone. Per non parlare dei “buchi investigativi” evidenziati dalla Commissione parlamentare antimafia, citate sul documento relativo alle “risultanze relative alla morte dello sportivo Marco Pantani ed eventuali elementi connessi alla criminalità organizzata che ne determinarono la squalifica nel 1999”.
Per la Commissione Antimafia, “appare non condivisibile la scelta, conseguente alla frettolosa conclusione delle indagini, di non rilevare le impronte digitali nel luogo del rinvenimento del cadavere, del tutto inspiegabile in considerazione della copiosa presenza di sangue, visibile dalle numerose fotografie della polizia scientifica, di cui si sarebbe dovuta verificare l’appartenenza”.