DI ARIS ALPI
Imola. Mentre la tendenza è quella di togliere porte da calcio, in Pedagna resteranno. Emerge, come avevamo anticipato mesi fa in esclusiva, come sia definitivamente accantonato il progetto per la costruzione di una tensostruttura nell’area verde prospiciente il CS la Tozzona.

La vittoria è dei cittadini e del Comitato Agorà Montericco (e anche delle opposizioni) che hanno lottato fin dalla prima ora contro l’edificazione dell’edificio in quella che risultava come una posizione infelice. Mi permetto però appuntare come non sia stata una battaglia di tipo politico ma di buon senso. La zona sportiva è altrove – come mostra il PRG – e lì vi è un campo salvato tramite una petizione risalente al 2005 con i ragazzi del centro giovanile X-Files e il lavoro di alcuni educatori. Sono contento che il Partito Democratico abbia compreso l’importanza di tale scelta. L’amministrazione comunale, ovviamente anche nella persona del Sindaco Panieri, abbiano percepito le sensazioni dei cittadini residenti compiendo alla fine il passo giusto, decidendo di spostare l’interesse altrove (si apprende a Ponticelli) comunità forse più bisognosa di tale struttura anche in ottica scolastica. Anche Leonardo Vanni, virtuoso Presidente della Dozzese futsal, merita assieme ai suoi ragazzi uno spazio adeguato al numero di iscritti. Ora vanno aiutati.

Che cosa ci insegna questa vicenda? Che il dibattito democratico, rispettoso – perché tanto, a Imola, ci conosciamo più o meno tutti – può portare buoni frutti se generato in ottica propositiva. I toni accesi ben vengano e un po’ di pepe non guasta mai. In Pedagna si calcola il baricentro del consenso del Partito Democratico che con questa scelta, occorre ammettere, accontenta molti elettori che non avevano digerito l’opzione tensostruttura al posto del campetto. E la Tozzona? Il centro sociale poteva forse gestire un po’ meglio la situazione, pensando meno a se stesso e più al discorso urbanistico, comunicando direttamente (e subito) quanto avveniva. Invece lo abbiamo appreso da Agorà, mentre in via Punta i silenzi dei vertici del CS sono sempre proseguiti.
Stiamo parlando di un luogo mutato molto negli ultimi vent’anni, una simile costruzione avrebbe rappresentato forse una forzatura urbanistica e oggi col verde pubblico non si scherza con i dati sul consumo di suolo che vedono la Regione Emilia Romagna ancora maglia nera in questo triste primato. Adesso bisogna guardare avanti. La vittoria ad armi pari è sia per l’amministrazione comunale (che è riuscita a spegnere il focolaio di protesta) e sia per il Comitato Agorà, che mostra ancora una volta i muscoli uscendo senza sconfitte da tre anni di “porta a porta” coi residenti avendo annullato due progetti pesanti come tenso e isola ecologica. Per ora palla al centro, in attesa delle amministrative, dove verosimilmente il verde e gli spazi pubblici torneranno inevitabilmente in primo piano. E a questo punto, bisognerà vedere l’assessorato all’ambiente cosa vorrà fare per dare a Imola quella spinta – vera- più vicino alle necessità ambientalista della salvaguardia del nostro patrimonio arboreo.

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