A Imola c’è tutto un sottobosco di personaggi che cerca, come può, di intraprendere iniziative dedite a diffondere ciò che succede in città e che altrimenti, faticherebbero ad emergere. Sono cani sciolti che, come possono, tessono relazioni, denunciano e raccontano quanto avviene sotto l’orologio. Riescono quindi a ‘monitorare’ quanto succede sotto i riflettori cittadini. Allertano la stampa e hanno un’influenza politica non indifferente, avendo un’invidiabile capacità d’azione e sapendo quali maniglie sbloccare.
Si confondono, tra la gente e per le strade. Alcuni sono camminatori, che riescono quindi a carpire i movimenti di tutto quel sottobosco di “invisibili” che vivono la città nelle ore più difficili e che talvolta fanno “qualcosa” che stenta a diventare pubblico.
Camminando si vedono cose che altrimenti non noteresti tra le strade della tua città. E quindi Imola, si ritrova così con qualche cane sciolto che riesce, di riffa o di raffa, a far emergere le notizie. Penso a qualche amico, che negli anni ha denunciato cose molto gravi apprese quasi per caso che sono poi diventate una valanga mediatica. L’elogio ai cani sciolti vuole essere sincero, perché non appartengono a dinamiche di partito o ideologiche ma dettate dall’emotività nutrita dal buon senso. Einaudi pubblicava “I cani sciolti” di Franco Marcoaldi, che descrive la personalità di coloro che si chiamano fuori, che si sciolgono da inutili servitù e soggezioni, non stanno al gioco, abbandonano, si ritirano nel bosco. Marcoaldi ne ha incontrati più d’uno, in famiglia, per lavoro e sui libri, e di tutti – a cominciare dal padre internato in un lager – racconta l’anticonformismo e il coraggio, perché non è facile fare il cane sciolto quando la patria chiama. A Imola siamo fortunati ad averne perchè altrimenti la stampa o fatica a trovare notizie e comunque per conflittualità di interessi stenta a pubblicarle interamente. Certo i cani sciolti non possono essere facilmente etichettati in una determinata area politica. Ce ne sono anche tra le aziende, insospettabili baristi ed edicolanti, o addirittura manager di azienda. Ma quasi mai politici. Qualcuno a sinistra è rimasto, che ha creato una sua area di pensiero tra vecchi nostalgici, dove commentare in libertà e dirigere determinati pensieri in uno zoccolo duro interno alle dinamiche di partito, capace di creare anche qualche spiacevole opera di disturbo, una sorta di ‘moral suasion’ interna..Alla libertà di opinione può non aver giovato ormai anni fa, la chiusura dei forum di quartiere imolesi, e quindi sono nati nel tempo diversi comitati che talvolta si sono addirittura sostituiti alle opposizioni. Creando focolai su tematiche sensibili che altrimenti rimanevano irrisolte.
I cani sciolti ci sono anche nel centro-destra ma ci sono anche gli anarchici e gli apolitici. Personaggi che magari hanno votato radicale all’epoca di Pannella ma ora si sentono orfani di quella sinistra finta ecologista radical-chic che risposte non può più dare. Ex repubblicani o socialisti relegati in riserve indiane che non trovano un contenitore politico adatto a dare linfa alle proprie idee e pensieri. Molti però stanno in silenzio, con la speranza di attovagliarsi coi padroni, al fine di ricevere qualcosa, in quanto minoranza che disturba (per finta) al fine proprio di andare a trattare. E’ questo è il vero problema di Imola.
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