Ezio Roi, esponente storico del Movimento 5 Stelle (già candidato a Sindaco di Imola e al Senato) sull’attuale situazione politica che coinvolge il partito di Conte Grillo.
Quale giudizio da alla votazione dell’assemblea costituente voluta da Conte il 24 novembre scorso (oggi si conclude la nuova votazione resa necessaria dopo che Beppe Grillo ha annullato gli esiti della prima votazione. Decisione che ha, di fatto, alimentato le già alte tensioni)
“Sono molto arrabbiato, è un sistema barbaro, non puoi ridurre la politica a un quiz, come quello maledetto che ci fece entrare nel Governo Draghi, è come ferirsi con un pugnale arroventato: è un errore grossolano. La politica pretende che si discuta, poi alla fine si decide cosa votare, ma prima si deve discutere seriamente; nelle sezioni, in provincia, in regione e su temi importanti nel nazionale. Qui non si discute più, le decisioni vengono prese dell’alto e calate dall’alto.“
Lei pensa che Grillo dovesse intervenire prima, ad esempio dopo una prima alleanza tra Lepore e Bugani a Bologna?
“Quella non fu un’alleanza, ma fu Bugani che si vendette al PD, che è un’altra cosa. Anche Grillo purtroppo aveva un’idea molto autocratica della gestione del movimento politico, io l’avevo palesemente democratica. Se hai una decisione su Imola, la proponi agli iscritti locali e vediamo cosa ne viene fuori. Noi lo facevamo spontaneamente. Non avevamo bisogno di chiedere a Grillo chi candidare, si discuteva e si decideva. Se no si andava per maggioranza. Arriva conte e scompare tutto, la base scompare; alle elezioni del 2018 cominciammo a vedere i primi campanelli d’allarme, i meet-up,le assemblee sulle candidature vengono meno.Nel 2020 la volli io.“
L’errore capitale fu l’appoggio a Draghi?
“Grillo ha appoggiato, non so perché, quest’alleanza e sottopose questo tema fondamentale con un quesito su Draghi, dicendo sostanzialmente che era un grillino, uno di noi; hai presente Pinocchio quando viene irretito per andare nel paese dei balocchi? E noi, per forza, dovemmo andare in questo paese dei balocchi….”
Il tema della fine dei due mandati voluto da Conte?
“Due mandati sono anche troppi. Partiamo da un concetto fondamentale, la politica è un servizio e non un mestiere, un sevizio che fai per la repubblica democratica e fatta dal maggior numero possibile di cittadini, già due mandati sono troppi ma sono andati bene per accontentare un po tutti.”
Secondo lei è stata drastica la forzatura voluta da Conte?
“E’ stata una proposta avanzata in modo anomalo, fatta girare col sistema del solito quiz, che annienta il principio della politica come servizio. “
Forse Conte faceva prima a uscire dal M5S fondando un suo partito, anzichè sfruttare il lavoro politico storico fatto da altri nel corso degli anni?
“Se si dovesse tenere il simbolo si terrebbe anche la forza economica, che non è poca cosa. A questo proposito il bilancio andrebbe pubblicato.“
Però potrebbe rinascere qualcosa dalle ceneri, sotto la guida di Grillo?
“Noi dobbiamo ricreare un movimento. E lo ricreiamo con idee molto semplici, come la politica come servizio che diamo al nostro paese, non un mestiere, poi faremo un programma. Se vuoi rompere la partitocrazia, non dobbiamo più fare carriera con la politica, se non vi sta bene state fuori. Saremo pochi? pazienza. dovevamo stare più attenti ai furbacchioni. Dissi a suo tempo, quando candidiamo qualcuno spendiamo dei soldi, se questo signore sta li benissimo ,se va fuori deve pagare una penale. Se no diventa una cosa da buffoni. E appena arriva a Roma esce. Serviva un patto civile. C’è stato un caso simile anche a Imola che tutti ricordano bene, ma non serve fare nomi,tanto tutti sanno chi è.”
Conte però ha illuso un po’ tutti, in fondo anche lei ci credeva…
“A me Conte piaceva moltissimo, penso sia stato anche tradito, la caduta del Conte 2 è stata una congiura di palazzo, Renzi era solo l’esecutore.”
Forse anche il Covid ha inciso a portare qualche acredine…
“Ma col covid si è stato comportato bene, è stato dopo il problema ; penso sia stato circondato da persone poco capaci di gestire simili situazioni politiche, quello in cui ha sbagliato gravemente è stato a Bologna alle regionali quando ha fatto un’alleanza col PD senza interpellare la base, violando lo statuto. Occorreva discuterne.”