Doveva essere un capitolo chiuso nel 2020, l’impianto di via Pediano ormai giunto a fine vita lo si volle sfruttare ancora. Incredibilmente, proprio pochi giorni dopo l’elezioni di Bonaccini bis, la Regione fece riaprire la conferenza dei servizi per il completamento della sopraelevazione del terzo lotto, tentando di aggirare addirittura le sentenze di Tar e del Consiglio di Stato. Nonchè il parere del Ministero dei Beni Culturali, tutti contrari non solo alla sopraelevazione ma anche al 4° lotto. Nei giorni scorsi è stata finalmente annunciata la chiusura della discarica. Ma per fare ciò, non basta semplicemente chiudere un cancello ma serve un progetto di bonifica, di post-mortem , oltre che un piano di monitoraggio almeno trentennale e forse un’indagine sanitaria. Insomma, gestioni che potrebbero arrivare a costare milioni di Euro sostenute da progettazioni che non si sa se al momento ci siano (ci si augura ovviamente di si)

Senza il lavoro di cittadini e comitato “Vediamoci Chiaro” chissà quale storia staremmo raccontando ora: forse, l’abbancamento stesso del 4° lotto sarebbe già in corso d’opera e si penserebbe già al quinto, sostengono gli ambientalisti. Il progetto, tuttavia, è stato ritirato da Hera. E poi c’è il tema dell’alluvione. L’ultima e sinistra pagina che riguarda l’impianto dei Tre Monti. Lo smaltimento di questo particolare tipo di rifiuti è un tema importante: è necessario stoccarli, c’è poco da fare. Soltanto che la discarica, dopo l’alluvione del 2023, avrebbe operato non solo nell’orbita dei rifiuti alluvionali e quindi l’evento sarebbe stato solo poco più che un alibi. Parliamo di un sito che per molti anni avrebbe accolto solo l’1,6% rifiuti domestici urbani del Circondario Imolese (dati ARPAE!), il resto, 98,4% sarebbero stati rifiuti speciali provenienti, tramite trattativa diretta, da aziende industriali di tutta Italia….anche Europa…., quindi conferiranno , come prima dell’alluvione (chiusa con una sentenza del TAR e del Consiglio di Stato nel 2017) all’inceneritore di Bologna. Per inciso i rifiuti dell’ alluvione ( tema che ha consentito nel 2023 la riapertura) rappresenterebbe solo il 4% dei rifiuti conferiti da maggio 2023 ad oggi: il restante 96% sarebbero stati rifiuti speciali industriali non pericolosi provenienti da tutta Italia, oltre che anche i rifiuti urbani trattati dal TMB.