ARMANDO MARTIGNANI, Portavoce e Presidente del COMITATO IMOLESE NOVIADOTTO che con grande spirito di collaborazione e di confronto si è contrapposto al volere progettuale RFI, formulando proposte gradite e condivise da un notevole numero di cittadini, dalle Amministrazioni Comunali in particolare di Imola e Dozza, dalla Città Metropolitana, da numerose Associazioni di categoria e da Lega Ambiente, si fa carico
di richiedere proroga di almeno quattro mesi dei termini di presentazione delle osservazioni al progetto in oggetto fissato per il 4 novembre 2024.
Tale richiesta si rende opportuna” – fa sapere il Comitato – “a seguito della pubblicazione del documento integrativo da parte di RFI, Rete Ferroviaria Italiana, con DOPFAT del 12 ottobre 2024, nelle quali si ritiene non percorribile la proposta di by passare Imola tramite tunnel sotterraneo o seminterrato, come proposto dal COMITATO IMOLESE NOVIADOTTO con osservazione del 6 ottobre 2024, e non si tiene conto nelle scelte che c’è un peso sociale non ingegneristico, che va tenuto presente.
Le controdeduzioni di RFI alla proposta del comitato, se ben esaminate, NON escludono la fattibilità tecnica dell’opera” – segnala Martignani, che porta gli esempi di realizzazioni simili in altre regioni e città – “ma evidenzia delle mere possibili “criticità” (quali la necessità che l’opera venga inserita in un Piano di Gestione Rischio Alluvioni) che non comportano una impossibilità “oggettiva”, ma se mai “soggettiva” del tunnel, anche tenuto conto che il terreno e l’area del Circondario Imolese dove è stato ipotizzato ingresso e uscita del tunnel, ha una altitudine (TOSCANELLA 72m/slm – LA SELVA 58m/slm) più elevata rispetto alle altre aree interessate dal progetto, come Castel Bolognese – Faenza – Forlì (con altezze di 30/34m/slm) purtroppo già
interessate da eventi alluvionali.

Analogamente” – aggiungono dal Comitato – “appaiono risibili le considerazioni circa la “generazione di vibrazioni e rumori che possono disturbare i residenti”; l’opera disturberà comunque e sempre residenti, agricoltori e cittadini tutti: ciò posto si deve individuare la modalità che crea meno impatto e meno disturbo alla comunità tutta.
Inoltre, allo stato RFI non ha depositato gli studi di fattibilità delle opzioni avanzate e neppure quelli espressamente richiamati nella relazione integrativa di ottobre, così pregiudicando il diritto di tutti i soggetti coinvolti ad approfondire le problematiche.

GLI STUDI DI FATTIBILITA’ ESEGUITI
“NO VIADOTTO, chiede, in primis “di procedere alla pubblicazione integrale di tutti gli studi di fattibilità eseguiti, ivi compreso quello relativo al tunnel.”
Purtroppo” – segnalano – “abbiamo appreso che i termini per la presentazione delle osservazioni sono stati prorogati soltanto fino al 28.11.2024; spiace rilevare che con una scadenza così a breve non sussistono i tempi per incaricare professionisti e tecnici del settore, in grado di verificare tecnicamente la fattibilità o meno di detta proposta, così pregiudicando il diritto di tutti i soggetti coinvolti di presentare una proposta/osservazione ancora
più dettagliata della precedente.

Infine si rileva come l’opera coinvolga il territorio regionale” – aggiunge no Viadotto – “e pertanto risulti indispensabile che RFI Rete Ferroviaria Italiana, prima di chiudere il Dibattito pubblico, si confronti con i nuovi organi della Regione Emilia-Romagna risultanti eletti con elezioni del 17 e 18 novembre 2024, e dunque che IL TERMINE PER LE OSSERVAZIONI SIA PROROGATO di almeno 4 (quattro) mesi, in linea con la analoga richiesta del nuovo
Presidente Michele De Pascale del 8 novembre us., al fine di consentire al nuovo governo della Regione di insediarsi ed esaminare compiutamente il progetto.
Con la moderazione e lo spirito di collaborazione che da sempre ha caratterizzato l’operare e
contraddistinto il Comitato, restiamo in attesa di un auspicato riscontro alle nostre richieste.