Imola. Ancora è fresca la ferita della CAVIM di Sasso Morelli che pare esserci un’altra crisi nel mondo della cooperazione agricola imolese. Fortunatamente questa volta le riserve tanti anni fa costituite potrebbero consentire di risolvere la crisi senza patimenti da parte dei creditori e che la sana e importante cooperativa faentina Agrintesa verrebbe quindi in soccorso incamerandola.
Nulla si sa di preciso ma le voci che corrono sono queste.
Lo stabilimento della COFRI ORTOLANI è di proprietà del Consorzio Agrario e parimenti si dice che il contratto d’affitto sia fino al 2028. Tante le voci che circolano ma nessuna pare essere la più affidabile circa la sorte del personale fisso e stagionale.
“Ancora una volta l’Amministrazione comunale imolese pare non avere attenzione sul mondo produttivo locale tutta presa da Autodromo, feste varie, ristoranti eccetera: Certamente è importante avere luoghi o occasioni per il tempo libero ma per poterne beneficiare servono poi i soldi nel portafoglio alimentato dal lavoro.
Da qualche anno a questa parte la COFRI ORTOLANI ha perso di smalto presentando sempre bilanci più modesti e sofferti attingendo dal “ fieno in cascina “ che aveva accumulato nel passato. Quest’anno evidentemente i nodi sono venuti al pettine. Questa cooperativa chiudeva il proprio bilancio al 31 maggio ma ancora non lo ha pubblicato.” A rendere noto il retroscena è il consigliere Simone Carapia (Fratelli d’Italia): “Lo farà dopo ben 6 mesi dalla chiusura dell’esercizio cioè al 30 di novembre. Tra le tante voci che circolano la preponderante è che il bilancio chiuderà con una perdita esposta prossima ai quasi 450.000 euro ma che la perdita effettiva della gestione caratteristica sia di oltre 700.000 euro avendo assorbito interamente un vecchio fondo di riserva facoltativo e la variazione delle rimanenze al 31 maggio 20024. Stando alle voci di popolo la importante perdita di bilancio trova fortunatamente riserve indivisibili per oltre 1.200.00 che se non utilizzate per azzerare la perdita di bilancio saranno utili o per una liquidazione volontaria o per essere incorporati dalla faentina AGRINTESA. Questa incorporazione che ci si auspicava a suo tempo anche per la CAVIM avrebbe degli antefatti completamente diversi. La COFRI ORTOLANI è una realtà in spegnimento” – segnala il meloniano – “ma ancora in grado di mantenere fede ai propri impegni mentre così non era per la CAVIM. Ci si augura quindi che al 30 di novembre nell’assemblea dei soci della COFRI ORTOLANI emerga la volontà di percorrere la strada di essere incorporata in Agrintesa e che ai lavoratori venga da questa fatta una proposta di occupazione.
“Ciò che stupisce di questa triste vicenda ” – aggiunge il consigliere di opposizione – è di come siano arrivati ad avere in pochi anni una forte contrazione del prodotto dai propri soci fino ad un ultimo esercizio dove il prodotto acquistato è stato pari al conferimento dei propri soci. Evidentemente”- conclude Carapia -“non c’è stata poi una buona gestione di queste commesse dato il risultato che emergerà.“
LA STORIA DELLA COOPERATIVA ORTOLANI
La cooperativa Ortolani è la più antica cooperativa ortofrutticola italiana. Fu fondata 125 anni fa e ha resistito a 2 Guerre Mondiali, alla grande bufera di ghiaccio del 1980 dove addirittura scoppiarono lo cortecce dei peschi con bilanci sempre positivi e ottima disponibilità finanziaria tanto che lavorava con i propri soldi e una parte del bilancio era fatto con gli interessi bancari attivi. “Con questa storia virtuosa alle spalle” – commenta Carapia – “ci si stupisce non poco nell’udire voci che la vedono costretta a farsi incorporare”
CONTINUA A SEGUIRCI SU TELEGRAM
Cosa sta succedendo alla COFRI Ortolani?