Come a Conselice nel 2023, a Cotignola, dove il Senio ha invaso parte del Comune dopo la rottura arginale in zona Chiusaccia, alcune delle realtà produttive più consolidate stanno decidendo di adottare misure per mitigare eventuali rischi legati alle esondazioni. Una di queste è la Vulcanflex, l’azienda più importante del territorio cotignolese. Lo stabilimento che produce pelli sintetiche per l’automotive è finita sott’acqua due volte in un anno e mezzo stimando 1,5 milioni di euro di danni. Il presidente Roberto Bozzi, leader di Confindustria Romagna, teme che il territorio diventi meno appetibile anche per le persone a causa del rischio idrogeologico.
Sostanzialmente, si segue l’esempio di Unigrà, che ha circondato lo stabilimento con un muro di palancolato di oltre 1km, oltre ai cancelli a paratia stagna, dopo la disastrosa alluvione del 2023. Cotignola anche il 19 settembre scorso è stata parzialmente colpita dall’alluvione. A farne le spese, molte importanti realtà produttive del territorio. Queste aziende, oltre ai danni diretti, devono fare i conti con quelli indiretti provocati dal fermo attività. Tuttavia, la strada “dell’autodifesa” sembra l’ultima spiaggia, adottata da aziende che possono permettersi investimenti del genere. Si tratta però di provvedimenti che dovrebbero essere seguiti in un’ottica complessiva di interventi delle istituzioni circa la tutela e messa in sicurezza del territorio. Anche se un’azienda da sola si protegge ma tutto ciò attorno a lei si allaga, il regolare svolgimento del lavoro al suo interno non potrebbe esistere, senza collegamenti viari e operai.
La Regione Emilia Romagna, ad esempio, ha recentemente pubblicato un bando per i contributi derivanti l’acquisto di sistemi di difesa della propria abitazione da alluvione. Senz’altro utile, ma sappiamo bene che le paratie servono poco se l’acqua di un fiume circonda casa oltre che rappresentare un mero palliativo. Servono interventi di messa in sicurezza sui fiumi e sulle arginature ormai compromesse. Dal momento che per le imprese più strutturate, trasferire l’attività è complesso. Ma se un territorio diventa meno attrattivo per i cittadini, le case si svalutano e di conseguenza sempre meno persone decidono di viverci. E quindi, anche le aziende saranno costrette a scegliere questa strada.
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