CASOLA CANINA E L’INCUBO DEL TORRENTE SILLARO: “SILLARO SIA MESSO IN SICUREZZA “
LA FAMIGLIA ROMANO E’ STATA ALLUVIONATA 4 VOLTE IN DUE ANNI.
Casola Canina (Imola). “Abbiamo sempre vissuto lì. Io sono nato in quella casa, i miei genitori sono sempre stati li; hanno costruito tutto da zero. La prima alluvione ci fu nel 1994, quando ancora avevamo solo il piano di sotto. Da lì mio papà costruì il piano di sopra. Privatamente, fecero alzare l’argine a loro spese. L’argine infatti ci proteggeva. E dal 1994 non ci furono più problemi.”
A raccontare è Simone Romano, la sua famiglia vive da 40 anni in una casa a ridosso del fiume Sillaro. Al momento, con l’aiuto del Comune, hanno rimosso parte dell’acqua che invadeva l’abitazione e sono stati trasferiti in un immobile a Imola. E non sanno se torneranno più nella loro casa e se mai riusciranno a venderla.
Il loro futuro e quello di molte altre famiglie è inevitabilmente appeso alle condizioni di sicurezza del Sillaro: “Prima di casa nostra, ovvero in direzione di Castel San Pietro, c’è ancora l’argine originario, che è più basso. In sostanza, non ci protegge. L’acqua, che sceglie la via più facile, ci allaga da là, dove è più basso. Riempie i campi dei vicini ed entra così anche noi. L’unica soluzione sarebbe allungare e alzare l’argine, in modo da isolarci. Però non ci sono altre soluzioni, a meno che tutto l’argine del Sillaro non venga innalzato. Sarebbe un lavoro ottimale” – racconta Simone – “almeno per noi potrebbe essere una soluzione per metterci in sicurezza. Anche gli stessi campi dei contadini. Il 19 settembre, ci siamo completamente allagati, e sabato 19 ottobre nuovamente. Non possiamo andare a vivere lì col pensiero che ogni notte ci allaghiamo. Abbiamo sostenuto le spese di anno scorso per ristrutturare tutta la casa dopo l’alluvione del maggio del 2023, di varie decine di migliaia di Euro, e non ne possiamo più. Adesso c’è un fango che non se ne viene fuori.”
La prima alluvione
“L’anno scorso a maggio si andava verso l’estate e tutti i santi ti aiutavano” – ripercorre – “Abbiamo finito quest’anno di ricostruire, e poco prima di finire si è distrutto tutto nuovamente. Già due alluvioni nel 2024.” Sui lavori nel Sillaro – “Fino a 7 anni fa vedevi un caterpillar dentro il letto del fiume a pulire e scavare, ma noi è tanto che non li vediamo” – allarga le braccia – “Al massimo fanno un’opera di decespugliamento, ma sempre dopo il ponte. Io ringrazio il Comune per l’aiuto, questa volta, nella pulizia e il ripristino. La squadra dell’Imola rugby le altre due volte ci ha dato una mano enorme. Stavolta il Comune si è dato davvero da fare e davvero li ringraziamo.” E il futuro: “Mia mamma, malata, psicologicamente non vuole piu stare in quella casa, ho bisogno che si avvicini a Imola. E’ il nostro obbiettivo. La mia cuginetta piange ogni sera, e lei abita al piano di sopra; L’alluvione oltretutto ci sta togliendo tutto il valore dell’immobile, come facciamo?“