Levata di scudi dei cittadini su facebook. Il coro è unanime “non spostate le arche della cultura”. Sono in tanti in questi giorni ad opporsi alla decisione di spostare la libreria all’aperto che da 41 anni si trova sotto al portico di Palazzo Sersanti, in Piazza Matteotti. Resa un punto di riferimento da Moreno Sindoni, l’ex librario andato in pensione da un paio d’anni. L’attività era poi passata alla Coop il Mosaico che ora sarà costretta a traslocare altrove. La nuova casa, però, non è ancora stata individuata. Ma si chiedono i cittadini: per quale motivo, dopo 40 anni, la libreria all’aperto verrà meno? Sembra proprio che, con la ristrutturazione di Palazzo Sersanti quello spazio risulterà non più esteticamente compatibile con il luogo che le ospita. E quindi, le centinaia di libri, di cui alcuni di essi vere e proprie rarità, dovranno essere trasferiti. I cittadini però , si augurano venga individuata un’ubicazione all’altezza. Su facebook, in queste ore, emerge però un po’ di indignazione: L’avvocato Cornacchia: “Pensavo che chi ama nutrire e nutrirsi e dar da bere e bere stellato amasse la cultura in genere, non solo quella gastronomica” – continua – “E che la vista di file ordinate di vecchi libri sia per esercenti e clienti poco digeribile e degustabile, almeno esteticamente.”
Cesare Baccarini, l’x assessore “Spero che l’amministrazione ci ripensi perché le bancarelle non hanno mai ostacolato le attività sotto i portici del Sersanti . “
E il dott.Minardi “Mi unisco alla protesta di quanti si oppongono alla chiusura della bancarella dei libri. Mi auguro che il Sindaco e l’Assessore alla cultura sappiano tornare su questa incomprensibile decisione.” Ma anche tanti altri commenti di cittadini sorpresi dalla notizia.
LE IDEE
Per quanto riguarda le proposte costruttive, l’opzione potrebbe essere quella di spostare la libreria di qualche metro, magari sul lato più vicino a via Aldrovandi. E’ la proposta lanciata da Mauro Casadio Farolfi. La libreria, che richiama gente (è in attivo) potrebbe essere anche un richiamo per le altre attività. I libri usati, specie le rarità di settore, non sempre sono reperibili in biblioteca. Si tratta di aprire un tavolo dove individuare una soluzione condivisa e utile per mantenere la realtà in un luogo idoneo. E quindi di salvare un “reperto storico” della cultura imolese, senza ricercare lo scontro, per salvaguardare un angolo vivo di cultura, trovando una soluzione condivisa con gli interessati.