L'Altra Imola
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“Gravi irregolarità nella gestione amministrative e politica del Movimento 5 Stelle”

Convocata una conferenza stampa Sabato 12 ottobre da parte di ex consiglieri ed attivisti emiliano-romagnoli che hanno segnalato una grave situazione di irregolarità nella gestione amministrativa e politica del Movimento 5 stelle, a livello nazionale e nella nostra Regione.

Presenti Ezio Roi di Imola e Luciano Tentoni consiglieri in attività oltre ai consiglieri uscenti Fabio Selleri di Castenaso, Sarti Fabrizio di Casalfiumanese, Michela Nanni di Borgo Tossignano e Nicoletta Magnoni di Mirandola e il portavoce Massimo Neri.

Promotori della conferenza ma assenti, Tommaso Mantovani da Ferrara, Mirco Bonoli di Argenta e Michele Cattani di Medicina, Gabriella Blancato di Vezzano s.c. (RE), Paola Soragni di Reggio Emilia.

Roi: “Desideriamo in primo luogo evitare di essere incasellati nella diatriba Giuseppe Conte/ Beppe Grillo o far pensare a rancori interni dovuti a incarichi mancati o quant‘altro. Non abbiamo intenzione di creare gruppi esterni o nuove liste civiche. Siamo in tanti e convergere su queste riflessioni ed essere qui oggi è doloroso per tutti noi, ma intendiamo richiamare i nostri vertici nazionali e territoriali ad un puntuale rispetto dello Statuto proposto dal Presidente Conte nel 2021 ed approvato dalla grande maggioranza degli iscritti ma violato all’articolo 11 lettera J, Statuto che prevede l’obbligo di sottoporre al voto degli iscritti la decisione di aderire o meno ad alleanze e coalizioni a livello territoriale. Voto che finora ci è stato negato sostenendo che il PD sarebbe naturalmente alleato del M5S. ”                                                                           

Queste dinamiche tradiscono il concetto iniziale di democrazia dal basso tanto caro ai nostri elettori e custodito dalla nostra Costituzione all’art. 49 in ordine alla democrazia dei partiti.

“Abbiamo realizzato” – aggiunge il consigliere – “un paio di riunioni provinciali a Bologna per dibattere questi temi, ma senza ricavarne un riscontro che considerasse le nostre obiezioni e stanchi di rimbalzare contro un muro di gomma, con un portale online che non risponde alle mail, nel luglio scorso abbiamo scritto una lettera al Direttorio senza mai ricevere una risposta. Di più. Abbiamo inviato una diffida ai nostri coordinatori Lanzi e Croatti, intimandoli al rispetto delle regole ed a convocare urgentemente una assemblea regionale, ma anche qui senza esito.”

Luciano Tentoni: “ci sentiamo defraudati di un diritto sancito a favore della base che avrebbe dovuto contare su un percorso dal basso verso l’alto e non viceversa. Non vogliamo ritrovarci con un nuovo sistema che consenta a poche persone di controllare il territorio e anche qui facciamo notare che i due coordinatori non sono stati scelti su base regionale dagli iscritti ma sono piovuti dall’alto nominati da Giuseppe Conte. Questo rappresenta un grave pregiudizio per l’attività politica del ns. territorio. Queste regole ce le siamo proposte, le abbiamo votate e vanno accettate, nessuno le ha imposte. Aver stipulato alleanze territoriali altrove a macchia di leopardo non giustificano l’obbligatorietà a replicare una coalizione in forma automatica. Il M5S nasce sul principio della trasparenza e non accettiamo nessuna forma di offuscamento.”

Nicoletta Magnoni di Mirandola (Mo).

Anche sul ns. territorio confermo la deriva autoritaria dei ns. coordinatori.

Nel corso delle ultime amministrative, in alcuni casi (Medolla, Concordia) sono state inserite persone a noi sconosciute, che non avevano mai fatto attività politica con noi, presentate come esponenti del Movimento e inserite nelle liste del PD.

Oggi purtroppo conta la fedeltà al capo, al punto che a Modena, Reggio Emilia, Forlì e Cesena sono stati inseriti nel listino regionale come capilista, i coordinatori regionali. un palese conflitto di interessi visto che i coordinatori, se verranno eletti, faranno gli interessi non dei cittadini , ma dei loro capi regionali e nazionali che li hanno candidati.

Di certo un disincentivo agli attivisti del territorio.

Fabio Selleri

Se c’è una linea di frattura che oggi sta spaccando il Movimento, non è quella fra nostalgici ed innovatori e nemmeno quella fra contiani e grillini; è invece quella che separa le parole dai fatti, le regole scritte dalla prassi quotidiana.

Siamo costretti a constatare, con grande disappunto, che i nostri coordinatori regionali continuano ad annunciare l’intenzione di partecipare alla coalizione a guida PD che sosterrà il candidato Presidente De Pascale alle elezioni regionali del prossimo novembre, affermazione che può essere facilmente smentita leggendo le recenti dichiarazioni del Presidente Conte sulla rottura del cosiddetto “campo largo”, oppure ricordando che la coalizione a sostegno del candidato De Pascale sarà formata da decine di liste, nessuna delle quali nostra alleata a livello nazionale, oppure ancora rilevando che non risultano formalizzati fra i nostri partiti accordi di coalizione come regolamentati dalla legge elettorale.

Siamo costretti a ricordare che l’art.5 dello Statuto conferisce a tutti gli iscritti il “diritto di concorrere alla definizione dell’indirizzo politico degli eletti sotto il simbolo del MoVimento 5 Stelle”.

Ma l’elenco delle violazioni dello Statuto continua: l’art.10 conferisce all’Assemblea degli iscritti il compito di approvare il bilancio consuntivo annuale, adempimento che non è mai stato messo in atto dalla data di approvazione dello Statuto stesso. Questo costituisce un elemento di criticità anche in relazione alle Linee guida emanate dalla Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei partiti politici, che prevedono la convocazione di un’assemblea annuale per l’approvazione del bilancio. Il rispetto di tali linee guida è fondamentale per la permanenza dell’iscrizione nel Registro nazionale e, in ultima istanza, per il diritto alla riscossione del 2 x 1000.

Un puntuale rispetto delle regole che abbiamo deciso di darci è la premessa indispensabile per riconquistare la fiducia dei tanti elettori che ci hanno abbandonati, rifugiandosi spesso nell’astensionismo.

Massimo Neri

“Oltre alla forma vorrei parlare di sostanza politica e quando mi viene chiesto se abbiamo intenzione di uscire dal Movimento rispondiamo che chi dovrebbe farlo non siamo noi, ma coloro che hanno tradito principi fondanti strettamente legati al concetto di democrazia partecipata, quella vera.

Siamo contrari alla coalizione regionale con il PD (secondo noi maturata da tempo) per una serie di motivi che elenchiamo.

È stato fatto a nostra insaputa un accordo per le amministrative di Dozza imolese (territorio a noi ben conosciuto) e nonostante avessimo esposto le nostre certificate ragioni hanno deciso di proseguire ugualmente.

Risultato? Perso le elezioni con un candidato del M5S che ha raccolto poco più di 20 preferenze.

E mentre ai banchetti si cerca di calmierare i mal di pancia popolari e in consiglio comunale a Imola si prendono “badilate” dal PD e si subiscono querele temerarie, dall’altra parte tessiamo accordi decisi altrove con i vertici PD del territorio. Una pugnalata alle spalle.

Noi abbiamo una identità personale che vogliamo coerentemente difendere sia da un punto di vista etico che morale e con questi presupposti riesce difficile pensare ad un percorso affiancato al PD.

Come faremmo a parlare con De Pascale di consumo di suolo da limitare quando l’ex sindaco di Ravenna, nel 2021, ha cementificato 126 ettari ponendo la sua provincia al secondo posto dopo Roma per territorio consumato?

Come facciamo a parlare con il PD di difesa della salute pubblica quando Unisalute, si accorda con sindacati e aziende per vendere polizze assicurative sanitarie ai lavoratori?

Come facciamo a difendere i lavoratori che lottano per la perdita dell’impiego con chi ha votato per abolire l’art. 18?

Come abbiamo potuto raccogliere le firme contro l’autonomia differenziata con Elly Schlein che è stata la prima vicepresidente con Bonaccini a firmare le pre-intese a camere sciolte nel 2018 con Gentiloni?  

Il tema vero è che a Bologna, e più in generale in Regione, una vera opposizione non si è mai vista.

I cittadini bolognesi non sanno cosa pensa il M5S attorno a temi quotidiani che condizionano la loro vita.

Come abbiamo reagito alle limitazioni dei 30km orari? E sul braccio di ferro delle scuole Besta?

Siamo contenti di questa città sporca e circondata dai rifiuti?

I trasporti urbani sono sufficienti ed efficienti? E le decine di migliaia di studenti universitari trovano le nostre università accoglienti?

Come pensiamo di porre rimedio all’assalto turistico di Bologna?

Dopo tutto questo, dobbiamo fare i conti con una assemblea costituente che appare come una calibrata operazione di marketing, in cui si lascerà spazio alla improvvisazione di 300 iscritti estratti a sorte, cestinando le competenze e la qualità che ogni territorio avrebbe saputo esprimere.

A quanto pare le uniche competenze che meritano di trovare continuità sono quelle di coloro che vogliono superare il limite dei due mandati.”

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