Il servizio di “Studio Aperto” sulla nuova alluvione in Bassa Romagna: tre inchieste aperte al momento per ‘disastro colposo’
“Gli avvisi inascoltati, gli interventi mai eseguiti, i lavori rimandati per anni per la pulizia degli alvei dei fiumi Lamone, Marzeno e Senio fino alla cassa di espansione del Reno. Procede senza sosta il lavoro dei magistrati chiamati a far luce sulle cause dei disastri del maggio 2023 e di due settimane fa nel ravennate. Sono tre le inchieste aperte al momento contro ignoti per disastro colposo. Le persone intanto, esasperate, presentano decine di esposti contro chi avrebbe dovtuto tutelare questo territorio sempre più fragile. Comune, Regione, enti di bonifica. Una mole di documenti che dovrebbero confluire nei fascicoli su cui lavorano i PM Daniele Barberini e Francesco Coco; quest’ultimo ha effettuato il quarto sopralluogo nelle zone devastate dal maltempo, di cui una lunga ispezione a Traversara nel punto in cui l’argine ha di nuovo ceduto dopo la pioggia di giovedì notte.
“Questo punto” – fa sapere la consigliere comunale a Ravenna Veronica Verlicchi – che già la regione aveva segnalato nel 2011 come altamente critico e aveva stanziato 1 milione e 200 mila euro per interventi di somma urgenza. La giunta Bonaccini nel febbraio 2023 toglie 933 mila euro da questo 1.200.000 Euro stanziato e mai utilizzato“.
A dicembre è prevista la prima udienza sulle prime denunce presentate dal comitato di Cittadini “Noi ci Siamo”, che puntano il dito contro la ma mancata manutenzione nel ravennate: “Vogliamo una operazione verità , che siano individuate le responsabilità su quanto accaduto e perchè, vorremmo assolutamnte non accadesse mai piu ” fa sapere la presidente del comitato, Alessandra Musumeci.
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