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“IL DUBBIO”

di Aris Alpi – Alluvione, la tragedia di Traversara era evitabile? IL DUBBIO


C’è un dubbio enorme che assilla i cittadini: la catastrofe di Traversara si poteva evitare? Di fronte a un evento di tale gravità – rottura arginale di un fiume in piena nel cuore di un abitato – vi era il rischio di conseguenze catastrofiche per gli abitanti. Operazioni di soccorso da film, per di più mai viste in questi territori, residenti sui tetti in attesa degli elisoccorsi, affacciati alle finestre sventolando fazzoletti per farsi vedere. La foto di una bambina, recuperata da un tetto su un elicottero dell’areonautica militare, grida vendetta. E ora ci risiamo: alla prima pioggia i residenti devono evacuare – pensiamo soltanto agli anziani allettati – senza sapere quando poter tornare poichè gli argini sono fragili. E allora come fare? Opere? Sì, ma quando. Serve il tempo che non c’è. A Conselice l’Unigrà ha creato una “muraglia cinese” che circonda lo stabilimento. Servirà valutare un “piano Marshall” del genere per difendere i paesi, in attesa delle opere, oppure si continuerà a suon di allerte ed evacuazioni continue?
Consideriamo che quando il Lamone ha ceduto, a pochi metri da quell’enorme ondata di acqua e tronchi, vi erano dei Vigili del Fuoco che stavano traendo in salvo dei residenti, tra cui anche degli anziani. Pensate soltanto se il “tappo” dell’argine fosse esploso poco più in là, in corrispondenza di queste persone durante il salvataggio.

Ma il dubbio che assilla è il seguente: il responsabile del corso d’acqua era per caso a conoscenza delle criticità arginali di Traversara? Corrisponde al vero che in Regione la precaria condizione degli argini del Lamone in questo punto era arcinota addirittura da anni? Partiamo da una certezza: nelle alluvioni del 3 e del 17 maggio dello scorso anno lo stesso argine produsse “fontanoni” che allagarono anche la provinciale che attraversa il paese che conduce alla S.S16. Queste esondazioni perdurarono per ore e solo per miracolo non avvenne una rottura qui, soltanto perchè a Boncellino, in prossimità dell’ormai tristemente famoso ponte della ferrovia, ruppe prima. E per due volte. Così si salvò Traversara, che poi si era in parte allagata per l’esondazione dei collettori circostanti che portavano l’enorme quantità di acqua del Lamone fuoriuscita dalla rotta di Boncellino, acqua che allagò anche autostrada A14 e Bagnacavallo. Dunque: ciò che si mostra davanti ai nostri occhi ha le sembianze di una macabra quanto inaccettabile roulette russa. Questo “gioco al massacro” (delle sicurezze degli abitanti) quanto deve durare? Ma ciò di ancora più grave, è se il gestore dei corsi d’acqua fosse a conoscenza della situazione dell’argine di Traversara già nel 2023 (e prima) e non sia mai intervenuto: quale peso dare a questa eventuale omissione? Eppure si sentono testimonianze che pare che la precaria situazione arginale – ai piani alti – fosse nota da tempo.
E’ stato sottovalutato il problema? Si deve attendere una rottura arginale per mettere in sicurezza un argine? Qual è la strategia di prevenzione delle opere per la montagna a salvaguardia delle pianure?
I budget stanziati per la manutenzioni dei fiumi negli anni sono aumentati o sono diminuiti? La Legge rammenta che il taglio o la rottura degli argini sono considerati attentati criminosi e sono puniti nei termini di legge penali”

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