“Disastro colposo”: la Procura di Ravenna apre un fascicolo contro ignoti per l’ultima alluvione

La consulenza tecnica – fa sapere la RAi – è affidata allo stesso gruppo di esperti del Politecnico di Milano incaricati di ricostruire le cause del disastro di maggio 2023

Disastro colposo attualmente “a carico di ignoti”. Sono le medesime le ipotesi di reato per la procura di Ravenna, la quale – come si prospettava – ha aperto un fascicolo per chiarire le cause dell’alluvione del 19 settembre. Sostanzialmente atto dovuto, di fronte a eventi di questa portata. Ma è anche doveroso – ha spiegato alla stampa locale il procuratore Daniele Barberini – nei confronti di chi ha perso tutto, nel terzo evento alluvionale in sedici mesi. Ad affiancare gli investigatori sarà infatti lo stesso pool di esperti che si sta già occupando delle esondazioni di maggio 2023: un ingegnere idraulico, un geotecnico e un idrologo, tutti del Politecnico di Milano, incaricati anche dalla procura di Forlì, in modo da avere uno studio unitario su fenomeni – come le frane – che non conoscono confini amministrativi. E dopo un sopralluogo a Traversara di Bagnacavallo, dove diverse abitazioni sono da demolire, il pm ha deciso di estendere la ricerca anche all’ultima alluvione. Intanto sul piano giudiziario si sono mossi anche gruppi di cittadini, come il comitato “Noi ci siamo” di Roncalceci e Fornace Zarattini, frazioni di Ravenna. In un ricorso al Tribunale delle acque pubbliche di Firenze, competente sul tema – fa sapere sempre la RAI – hanno chiesto la nomina di un consulente tecnico perché faccia verifiche sullo stato dei luoghi colpiti dalle esondazioni, accerti le cause di quanto successo ed eventuali responsabilità per i danni, indicando anche opere utili a evitare che la situazione si ripeta. L’udienza, inzialmente prevista a ottobre, è stata ora fissata per il 19 dicembre.