HOBBY FUMETTO: UNA ISTUTUZIONE DEL SETTORE RESISTE IN VIALE CAPPUCCINI DOPO 34 ANNI DI ONORATA ATTIVITA’. INTERVISTA AL TITOLARE STORICO, TIZIANO CAPELLI, DA VICINO DI CASA DI MAX PEZZALI ALL’APERTURA DEL NEGOZIO IN VIALE CAPPUCCINI: “HO RINUNCIATO AL POSTO FISSO PER TRASFORMARE LA MIA PASSIONE IN UN LAVORO”
Imola. Attraverso il suo negozio ha fatto leggere migliaia di ragazzi: Tiziano Capelli e il suo Hobby Fumetto rappresentano un punto di riferimento del settore. Negli anni l’esercizio ha attratto tante generazioni di ragazzi e ora, tra la pandemia e i rincari energetici, la fumetteria di viale Cappuccini 43 resiste nonostante tutte queste difficoltà. Un’attività storica nonchè un’istituzione per gli appassionati di manga e fumetti. Intervista a Tiziano Capelli, il titolare di una delle più longeve attività del settore del nostro territorio.»
Partiamo dall’inizio. Che cosa rappresentava per l’epoca aprire un negozio del genere?
“Beh, in effetti io ho aperto la fumetteria quando ancora non esisteva questo termine. Allora, probabilmente, si chiamavano “librerie specializzate”, proprio perchè per le fumetterie ancora non esisteva il termine vero e proprio. Il negozio di viale De Amicis, che ho gestito per qualche anno prima di aprire in viale Cappuccini, era un luogo dove compravano la carta, avevano giornalini usati. Davanti c’era il benzinaio e dietro questa porticina. I pali di legno tenevano su il soffitto. Era probabilmente il 1987 – 88. A Imola c’era anche un altro negozio di fumetti, si trovava sotto al colonnato del teatro, poi si trasferì 20 metri dopo .»
L’avventura dell’Hobby Fumetto nacque nella seconda metà degli anni ottanta, proprio il periodo in cui nacque Dylan Dog, tanto per intenderci. Periodo d’oro del fumetto ?
«In realtà a sentire gli altri, il fumetto era sempre in crisi. Uno però crede di essere in crisi finché non vede la crisi vera. E dopo quella del 2008, devo dire, le fumetterie hanno avuto un bel contraccolpo. Io me ne sono accorto qualche anno dopo.»
Quali furono le ragioni secondo lei? Si avvertì già l’avvento di internet (ebay)?
«All’epoca sinceramente no. Amazon ancora non c’era e Ebay non era ancora diffusissimo. Poi però dopo il Covid noi fumetterie e librerie non ci siamo più riprese».
Quindi se con la prima crisi del 2008 c’è stato un calo dei consumi, con la pandemia sono cambiate anche le abitudini dei clienti?
«Sì, perchè durante la pandemia la gente si è accorta che poteva fare gli acquisti online senza neanche dover uscire di casa, avendo la merce il giorno dopo.E da lì, alla fine, secondo me non ci siamo più rialzati. Stanno resistendo le fumetterie moderne, coi giocattoli e cards. Anche le edicole secondo me non reggono.»
Lei però è stato sempre al passo coi tempi, videogiochi e dvd..
«Un po’ sì, ma c’è però il problema che tutto il mercato si è specializzato molto e alla fine non sono riuscito a starci dietro del tutto. E quindi mi sono specializzato solamente in fumetti. Sono le cose che conosco e che mi piacciono, come il manga ad esempio. Per avere i videogiochi ne devo comprare migliaia senza poi avere la certezza di venderli. Adesso anche questi vanno meno.»
C’è uno zoccolo duro di clienti che però vi segue, questo è senz’altro positivo
«C’è e sono quelle persone che mi hanno permesso di sopravvivere durante il Covid. La fumetteria era uno di quei cosiddetti beni essenziali e ci è stato permesso di tenere aperto, ma nel frattempo questo periodo è coinciso con alcuni impegni familiari e di conseguenza l’orario di apertura si era ridotto a due ore al giorno . Orario che comunque, anche in piena pandemia, dedicavo sempre al negozio. Ciò nonostante sono riuscito a sopravvivere. Poi però è arrivata pure la guerra e i rincari energetici, con bollette quasi raddoppiate.»
Ha notato un cambio del mercato per quanto riguarda fumetti e collezionismo?
«Vengono meno i ragazzini che venivano fino a prima del Covid; il problema è che ciò che cercano, da un po’ di tempo è reperibile anche in tutte le librerie e i centri commerciali. E’ cambiato il mercato, le case editrici si sono messe in testa di entrare in concorrenza con le fumetterie. E consideriamo che negli ultimi anni più di uno ha tentato di la strada della fumetteria ma ha chiuso dopo un anno-due.
Adesso vanno molto i cartoni animati e purtroppo il collezionismo tra i ragazzini quasi non c’è piu. Hanno già visto tutto, prendono qualcosa perchè lo vedono in tv. Ogni settimana escono cinque titoli nuovi di manga ma no aumentano i compratori. E’ l’evoluzione della specie, il mercato che si evolve.
Quali sono i titoli che vanno per la maggiore?
«I titoli di grido sono i Naruto, One Piece, Dragon Ball che è immortale, con nuove versioni, Naruto. Quei cinque sei titoli che vendono tantissimo che sono supportati dalle serie tv: ma tante altre cose arrancano.»
Però sarebbe bello che questa storica attività continuasse a vivere
«Sinceramente sto aspettando di andare in pensione, mi manca qualche anno. I costi sono enormi. Se prima pagavi 30-40 euro di luce adesso ne spendi 110. Se dopo di me venisse qualcun altro mi farebbe certamente piacere lasciargli il nome. Ci vorrebbe un negozio nuovo però, non necessariamente questo, che è vecchio, c’è un po’ di disordine ed è tutto rimasto come negli anni ottanta, c’è però ancora qualcuno che dice “che bello” quando entra.»
Da dove proviene il nome “Hobby Fumetto”?
«E’ stata mia madre, dovevamo scriverlo nel registro per l’apertura, non ci avevamo pensato, salta su lei e me lo suggerisce.»
C’era già una grande passione ovviamente
«Certo, ricordo che il 4 aprile del 1978, alle ore 19.10 c’è stata la prima puntata di Goldrake e io ero li a guardarla; sono andato giù di testa, era una cosa talmente innovativa che sono andato a chiamare i miei genitori. Iniziai a registrare tutti gli audio dei cartoni, perchè all’epoca i videoregistratori erano ancora cosa rara. Poi li guardavo e scattavo foto a ripetizioni, per avere una corrispondenza con l’audio già registrato. Ho sempre voluto avere una sorta di edicola, e quando mi è capitato questo, ho colto al volo l’occasione. All’epoca c’era una fumetteria solo a Milano e a Bologna ; Alessandro distribuzioni che è stato il primo a inventare le fumetterie in Italia, cominciando da un garage. Io volevo fare come lui, in piccolo ovviamente.»
Mi diceva che non è sempre stato a Imola.
«Io sono di Bologna ma ho vissuto 18 anni a Pavia, finito il liceo siamo tornati qua perché avevamo casa e parenti. E’ dall’83 che sono a Imola. Ho fatto tre anni di scuola come tecnico di radiologia, solo che a me piaceva il fumetto. Ho lasciato stare il lavoro sicuro per aprire il negozio.»
I suoi genitori la appoggiarono?
«Per forza! Loro figurati, erano tutti infermieri a Pavia. Facevano parte dell’equipe di un importante primario del Rizzoli. Pavia è una bella città, Max Pezzali abitava nel mio stesso palazzo, due piani sotto di me. Era il figlio della fiorista. Abbiamo la stessa età, credo. E qualche anno dopo che sono venuto via da Pavia mi dicono “hai presente il figlio della fioraia, è Max degli 883..Era proprio lui, cavolo»
Lei è l’inventore delle cosiddette “caselle”, dove ogni cliente ha un suo spazio personale nel negozio, coi fumetti in attesa dell’acquisto. Una bella idea.
«C’erano già da Alessandro distribuzioni a Bologna, però le adottate con successo, è una cosa che da un servizio ai clienti; le edicole avevano talmente tanta roba che forse non riuscivano a starci dietro. Noi riusciamo a mettere da parte un fumetto man mano che esce, cosi per sopperire ai ritardi. E’ una cosa ottima anche per noi, cosi che ho 10 persone che mi chiedono Dragon Ball so come regolarmi, non avendo reso, tutto quello che c’è qua è mio.»
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