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Fiume Santerno: vecchie golene, nuovi quartieri

Alessandro Buscaroli, già Professore Associato di Pedologia presso il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali dell’Università degli Studi di Bologna, ha fornito un’interessante testimonianza sulla recente piena del fiume Santerno, che ha interessato la zona prospicente il fiume nel tratto che attraversa la città di Imola.


“Nel corso degli anni sono state fatte delle scelte che hanno portato ad urbanizzare delle zone
che sono, naturalmente, di pertinenza fluviale. Di fatto, si è costruito anche in aree che
rappresentano l’alveo di piena del fiume e cioè quelle porzioni di letto fluviale normalmente
asciutte, che vengono sommerse dalle acque in occasione di eventi eccezionali.”

Quali sono le zone dell’abitato più a rischio?
“Ovviamente, le zone più prossime al corso d’acqua. In zona Campanella, ad esempio, dove oggi ci sono le vie Cattaneo, Montessori, Ferrer e Minghetti che scendono verso il fiume, c’erano campi coltivati e canneti. Erano superfici che, in occasione di eventi di piena, si allagavano.
Terreni di pertinenza fluviale. Ne è testimonianza il fatto che si presentino come estensioni con
una pendenza limitata, praticamente pianeggianti. Di fatto, sono superfici che sono state
modellate dal fiume che, in occasione degli eventi di piena, deposita sedimento, andando a
costituire una piana alluvionale. Non stupisce perciò che tutte le zone pianeggianti ai margini del fiume, compresa l’attuale via Graziadei e le abitazioni più prossime al fiume vengano interessate
da allagamenti in occasione di eventi di piena.”


Come si potrebbe correre ai ripari per ridurre il rischio?
“Le cose che, potenzialmente, si possono fare sono due: eliminare le infrastrutture urbane, edifici e strade, alla luce della vecchia pertinenza fluviale, restituendo al fiume ciò che era suo. Questa soluzione, allo stato attuale delle cose, non appare praticabile, così come è impossibile pensare ad un ampliamento della sezione fluviale, vista la rigidità del sistema infrastrutturale soprattutto in
zona autodromo – PalaRuggi. L’alternativa è quella di cercare di contenere, e mitigare, gli eventi
di piena mantenendo pulita l’asta fluviale per facilitare il deflusso delle acque, ed individuando
delle aree prospicenti il corso del fiume, dove fare defluire le acque per diminuire,
temporaneamente, la portata del fiume e scongiurare rotte in tratti caratterizzati da un maggiore
rischio.”

Si parla tanto della cassa d’espansione di San Prospero, in che modo giudica l’attuale situazione dell’opera?
“In zona San Prospero, ci sono ampie aree prospicenti il corso del Santerno in cui negli anni
passati è stata estratta ghiaia. Queste superfici sono ora ad una quota più bassa rispetto ai
territori limitrofi. In occasione di eventi di piena, anche a causa di accidentali rotte degli argini,
queste superfici si allagano, fungendo da casse di espansione. Il problema risiede soprattutto in sinistra idrografica (la zona in cui si trova la frazione di San Prospero, n.d.r.) perché manca un
argine di contenimento tra queste zone depresse e l’abitato che perciò è periodicamente lambito dalle acque. Sono a conoscenza dell’esistenza di un progetto di assetto idrogeologico, elaborato
dall’Autorità di Bacino del Fiume Reno, concernente il rischio idraulico e l’assetto della rete
idrografica, che contempla anche la realizzazione di casse d’espansione in quest’area. Non ne
conosco tuttavia i tempi di attuazione.”


Cosa ne pensa della facilità con cui si può allagare l’area del paddock 2 dell’autodromo?
“Si, anche quella zona in destra idrografica, è zona di pertinenza fluviale. Infatti, come è
possibile verificare consultando le foto aeree prodotte dall’I.G.M. nel 1954, per buona parte
ricade all’interno dell’alveo di piena del fiume e non stupisce che in maniera ricorrente venga
sommerso dalle acque del Santerno. Sono a conoscenza dell’ipotesi di costruzione di una
barriera di protezione del circuito e della relativa richiesta di finanziamento, pari a 2,5 milioni di
euro, avanzata da Con.Ami e Comune di Imola al Commissario Figliuolo. È evidente che un
simile intervento, se realizzato, avrà efficacia solamente nella protezione della struttura dell’autodromo ma andrà a generare un ulteriore irrigidimento del percorso del Santerno nel suo tratto cittadino.”


il paddock nel 2022

il paddock nel 1976







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