L'Altra Imola
Memoria

“Torre Marlboro, nascita di un’icona”: venne progettata da Morandi e Gresleri

E’ il 1985, una nuova torre di controllo all’autodromo di Imola venne costruita in tempi record e frutto di un progetto degli ing. Riccardo Morandi e Glauco Gresleri, diventerà il simbolo iconico dell’Enzo e Dino Ferrari.

Imola. E’ il 1985. La vecchia torre di controllo “Renault” dell’autodromo Dino Ferrari di Imola non era più in grado di soddisfare le esigenze di un circuito divenuto tra i più importanti al mondo, dove si correvano già gare come la 200 Miglia di motociclismo e il Gran Premio di San Marino di Formula 1.

La SAGIS richiese all’impresa Tamburini di Bologna il progetto di una nuova torre. Venne scelto quello dell’arch. Glauco Gresleri e dell’ing. Riccardo Morandi.
Quest’ultimo fu il creatore di alcune tra le più importanti opere pubbliche italiane a partire dal dopoguerra, in particolare fu l’ideatore del calcestruzzo armato precompresso, che brevettò. All’epoca era considerato quasi eterno e non venne considerato il suo rapido deperimento.
Oltre ai vari ponti realizzati (tra cui anche il viadotto Polcevera, purtroppo tristemente famoso dopo il tragico crollo del 2018) Morandi realizzò vari edifici che si collocarono nella corrente del razionalismo italiano. Negli anni progettò di tutto – aereoporti, i famosi viadotti, palazzi dello sport, sedi di aziende. Forse non tutti sapevano che fu sua la firma della torre direzione corsa dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, che realizzò assieme all’arch.Glauco Gresleri.

1985: NASCE LA TORRE MARLBORO

La vecchia torretta venne abbattuta e il nuovo edificio – a sette piani e a pianta rettangolare – è costituito da elementi prefabbricati denominati “trespoli”, che vengono messi in opera senza strutture di sostegno. Sono impilati nei quattro angoli e hanno incastrate sei grandi terrazze sporgenti verso la pista.

I vari elementi architettonici ricordano “belle ville in riviera degli anni Quaranta”, le terrazze sembrano quelle dei ristoranti sul mare. Sostanzialmente, il suo particolare stile vuole richiamare le architetture della riviera romagnola di metà Novecento.

Nei primi tre piani trovarono sede gli uffici della direzione corsa, dei cronometristi, le postazioni degli speaker, le sale riunioni. Al piano interrato vennero alloggiate le apparecchiature tecnologiche.

I piani superiori vennero riservati agli ospiti di riguardo, che dalle terrazze a dall’attico possono godere di una vista eccezionale su quasi tutto il circuito.

Realizzata rapidamente – entro i 120 giorni previsti dall’appalto – la nuova torre “direzione corsa” diventerà subito il simbolo iconico del circuito.
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