L’ITALIA VUOLE MANTENERE I GP DI MONZA E IMOLA, MA DOMENICALI VUOLE UNA FORMULA 1 MENO EUROCENTRICA. E IL RINNOVO DI IMOLA? “TEMA DA CHIARIRE ENTRO L’ANNO”


Il Gran Premio di Imola del 2023 forse si riuscirà a recuperare nel 2026 ma è ancora mistero sul tanto sudato rinnovo contrattuale del GP del Santerno che le istituzioni cittadine e regionali desiderano: Stefano Domenicali in un’intervista non fuga del tutto i dubbi: “C’è da capire il sistema paese se è in grado di supportare entrambe le iniziative o se uno dei due i promotori è in grado di raccogliere degli investimenti a livello privato, difficile ma non impossibile. Non ci sono pregiudiziali, è un tema che entro l’anno vogliamo chiarire”.
L’imolese, N.1 di Formula 1, non nasconde le intenzioni di voler diminuire “l’eurocentrismo” della manifestazione e conferma la volontà di organizzare una gara sprint per i debuttanti.
Secondo l’imolese, il Campionato del mondo ha bisogno di una nuova visione: “Sempre più paesi vogliono un gp, siamo in discussioni anche con l’Africa, col Ruanda. Eravamo eurocentrici, ora l’Europa rappresenta circa un terzo del Mondiale. Rimarremo a 24 gp”.

E se il numero di appuntamenti rimarrà invariato, è invece apertissima la sperimentazione di altri formati: “Dagli anni prossimi, ci sarà spazio per aumentare le gare sprint e stiamo discutendo se sarà possibile fare come la MotoGp in futuro, con tutte gare sprint”.

L’amministratore delegato di F.1 si esprime anche sull’interessante della MotoGP nello stesso weekend della Formula 1. “Aspettiamo la pronuncia dell’antitrust europea sulla transazione entro fine anno, prima non posso commentare”.

Si lavora anche a un format per rispondere agli interessi dei giovani appassionati, come una speciale gara sprint per i giovani piloti alla fine della stagione: a tal proposito, Domenicali ha confermato che “Ad Abu Dhabi ai test forse faremo una sprint per i giovani. Stiamo aprendo tante frontiere e sono tanti i giovani che ci seguono, al punto che abbiamo cominciato a fare merchandising per i bambini e tante donne. Non era scontata una crescita così impetuosa, soprattutto dopo il Covid che avrebbe potuto chiudere il Mondiale”, ha concluso.

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