Una donna di 84 anni è stata ricoverata in Medicina al Santa Maria della Scaletta
Un secondo caso di infezione da virus West Nile è stato accertato oggi ad Imola.
Si tratta di una donna di 84 anni, residente ad Imola in zona decentrata di campagna, ricoverata da giovedì scorso in Medicina B per una forma neuro-invasiva della malattia.
La situazione clinica della paziente è sotto controllo ed in fase di miglioramento.
Si tratta di un caso autoctono (la signora non ha effettuato recenti viaggi) e dall’indagine epidemiologica non emergono collegamenti con il caso precedente.
Resta invece ancora in prognosi riservata il paziente di Casola Canina ricoverato in Rianimazione, a cui la West Nile è stata diagnosticata il 19 agosto scorso.
L’infezione da virus West Nile (WNV), decorre in modo asintomatico nella maggior parte dei casi, ma può anche presentarsi con febbre, cefalea, e altri sintomi lievi a risoluzione spontanea o, sporadicamente, manifestarsi con forme più gravi che interessano il sistema nervoso centrale (meningite, meningoencefalite). Il virus può essere pericoloso soprattutto in pazienti già debilitati.
La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome). Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.
I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare del tipo Culex, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo.
La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette.