Imola. La vicenda Cavim diventa un piccolo thriller. All’ultima assemblea dei soci del 15 luglio scorso, alla presenza della nuova liquidatrice, la Dott.ssa Colonnelli e diverse decine di soci, la notizia più importante è stata sicuramente quella riguardante il sequestro – da parte della Guardia di Finanza di 2.300.000 Euro in assegni circolari, che si trovavano in una cassetta di sicurezza di una banca imolese. Ma tuttavia – come si apprende – non si tratterebbe di uno dei famosi “tesoretti” ancora non rinvenuti, bensì, assegni che farebbero riferimento a tutti incassi regolari da clienti, almeno cosi emergerebbe con riserva. E peró è stato prontamente richiesto un dissequestro che al momento ha dato esito negativo.
Il punto è comprendere per quale motivo non sono rimasti nella sede Cavim o “a conto corrente” ; forse un tentativo maldestro di distrarre delle provviste lecite dai creditori? Alcuni soci pensano che ci sia ancora un tesoretto non rinvenuto. I proventi di eventuali ricavati in nero dunque non sarebbero ancora stati trovati, ma quelli regolari sì.
IL CASO CAVIM
E’ solo il 2022 quando alcuni soci si accorgono che qualcosa, in Cavim, non va da tempo. Vengono messi in allarme Vice e Presidente che per un po’ pare abbiano preso tempo, salvo poi – siamo a novembre 2022 – rendersi conto della gravità della situazione, riuscendo a interrompere il rapporto lavorativo con il Direttore. La vicenda che emerge ha dell’incredibile e al centro di tutto, ci sarebbe proprio la figura dell’ormai ex Direttore, che potrebbe aver sottratto alle casse dell’azienda un quantitativo imprecisato di denaro. Come?
I soci e i vertici della cantina hanno scoperto che alcuni camion sarebbero stati caricati “in nero”: non chiaro il meccanismo di occultamento del denaro. Qualcuno, dall’interno della cooperativa, ha provveduto a sporgere regolare denuncia e da lì è partito l’iter investigativo ancora tutt’oggi in corso e già molto avanzato (l’ex direttore potrebbe essere a breve rinviato a giudizio).
Il meccanismo in cosa consisteva? Sarebbero state rinvenute molte bolle: con cadenza pare quasi quotidiana, pare venissero fatte due bolle diverse: un carico ufficiale per le solite destinazioni (Trentino e Valdobbiadene) regolarmente fatturate: gli stessi giorni, alle stesse realtà il medesimo quantitativo di vino pare non fatturato e non pagato ufficialmente.

LA VENDITA
La vendita della cantina di Sasso Morelli a Poletti avrebbe creato non pochi mal di pancia in Cavim: le cantine Ermes avevano fatto la migliore offerta ma venne scelta l’offerta di Poletti nonostante fosse la più bassa. Anche Agrintesa ai soci sarebbe andata sicuramente meglio.
Il il 15 luglio scorso, la Dott.ssa Colonelli, armata di nuovi consulenti, avrebbe comunicato di valutare una revocatoria della vendita a Poletti.
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