SANGIORGI LASCIA LA LEGA IN POLEMICA COI VERTICI: “MAI RICEVUTO CHIAMATA DI SUPPORTO DA MORRONE”
MARCHETTI: “GLI CONSIGLIAI DI VALUTARE BENE SUO PERCORSO POLITICO”
Imola. Era nell’aria da tempo e alla fine, Riccardo Sangiorgi, ha ufficializzato il suo addio alla LEGA non senza un po’ di polemica, consegnando una lunga lettera/sfogo agli organi di stampa.
Il suo futuro – che al momento, almeno intellettuamente, appare lontano dalle questioni politiche locali ma concentrato su dinamiche internazionali, come il conflitto in Israele e Ucraina, è incerto. Sicuramente a breve il passaggio al Gruppo Misto, lasciando quindi Daniele Marchetti come unico esponente leghista nell’aula di Piazza Matteotti. Poi, prima del voto, il giovane studente universitario potrebbe avvicinarsi al centro-sinistra (si pensa anche al Movimento di Di Battista) o contribuire alla nascita di una Lista Civica trasversale. Anche quest’ultima ipotesi è in ballo da tempo.
“dopo una lunga e difficile riflessione ho deciso di lasciare la Lega, una decisone che ritengo ormai irrevocabile. In questi ultimi mesi ho cercato di combattere, internamente, per cambiare le cose, ma purtroppo non sembra esserci nessuna prospettiva di cambiamento e lo spazio per chi ha una visione diversa rispetto alla linea è sempre meno, come dimostrano le varie espulsioni delle ultime settimane. Nel tempo la Lega è radicalmente cambiata e sicuramente lo sono anche io, ma in direzioni opposte. Siamo diventati incompatibili crescendo, insomma, quindi credo sia arrivato il momento che le nostre strade si dividano.“
“La verità è che questo movimento, trasformato silenziosanente in partito, è diventato proprietà personale di Matteo Salvini” – ricostruisce l’ormai ex consigliere leghista – “che lo ha portato ad essere una forza di destra radicale, alleata con le forze neofasciste di mezza Europa, snaturando l’impostazione originale di movimento né di destra e né di sinistra.
Personalmente, infatti, mi sono avvicinato nel periodo del Governo Conte I, quando finalmente si era deciso di superare le logiche del bipolarismo novecentesco tra destra e sinistra.
Purtroppo, dalla decisione di far cadere quel governo all’appoggio del Governo Draghi, gli errori sono stati troppi e le posizioni del partito sono diventate spesso indifendibili.“
“Recentemente” – osserva Sangiorgi – “dopo aver portato il partito dal 34% all’8.9%, per salvarsi, il Segretario federale ha deciso di consegnarsi nelle mani del Generale Roberto Vannacci, decisione che ho già ampiamente criticato. Le sue posizioni, che dal mio punto di vista sono spesso omofobe e razziste, hanno spinto il partito ancora più a destra.
La mia storia personale mi impone di prendere le distanze da tutto ciò. In un partito, anzi, una caserma, dove contano solo Capitani e Generali, io ho deciso di non essere un soldatino semplice” – continua nel suo sfogo – “Mi rifiuto di combattere battaglie che repute sbagliate e dannose. Preferisco essere un obiettore di coscienza. La responsabilità di questo crollo, tuttavia, non è solo di chi oggi è al timone. La responsabilità del fallimento della Lega è anche nelle mani dei tanti bravi amministratori, come Zaia o Fedriga, che hanno tutto il mio rispetto, che però non hanno trovato il coraggio di mettere in discussione le decisioni prese dall’inner circle romano. Ecco perché non aspetteró il Congresso di quest’autunno (se mai ci sarà) per uscire, perché nulla cambierá.” Ma Sangiorgi si toglie un sassolino dalla scarpa anche sull’operato di Morrone, che giudica essere “una profonda delusione”.
Come membro del direttivo provinciale ed ex Segretario locale” – fa sapere – “banalmente non ho mai ricevuto una chiamata di supporto o discussione, se non per vedere dei tentativi di censura verso mie posizioni personali sul conflitto in Medio Oriente e Ucraina (rispedite al mittente). Vorrei sottolineare che non ho nessuna intenzione di lasciare la politica o il Consiglio Comunale, dove prossimamente sedró tra i banchi del gruppo Misto.
Per quanto riguarda le elezioni Regionali in Emilia Romagna, nonostante la mia delusione verso la candidatura del centro destra, vorrei però ribadire la mia massima fiducia nell’amico Daniele Marchetti ( che ringrazio anche per questi anni in cui abbiamo lavorato bene insieme) che sicuramente avrà la mia preferenza personale, per l’ottimo lavoro svolto negli ultimi 10 anni in Regione. Imola merita un ottimo rappresentante come lui.“
Non si fa attendere anche un commento a caldo di Daniele Marchetti. “Apprendo con dispiacere della decisione presa da Riccardo Sangiorgi, ma purtroppo era uno scenario già nell’aria da tempo. Considerata la nostra lunga conoscenza, ci siamo confrontati diverse volte e, io per primo, gli avevo consigliato di riflettere attentamente sul suo percorso politico. Se non ci si sente più a proprio agio e non ci si riconosce più in nulla, è inutile rimanere in un movimento politico. Quello che posso fare, vista la sua giovane età, è augurargli di non perdere la voglia di lottare per i propri ideali. Ora, per quanto ci riguarda, abbiamo davanti a noi la sfida delle regionali, che ci vedrà, come sempre, impegnati al massimo“
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