I settant’anni di Marco “Lucky” Lucchinelli, storico campione del Mondo 1981 nella 500 in sella alla Suzuki, primo italiano a riuscirci dopo Agostini, battendo piloti del calibro di Mamola, Sheene e Kenny Roberts. Nel 1981 vinse anche la 200 miglia di Imola. L’anno successivo passò alla meno veloce Honda:il 2 maggio, al Salzburgring, mentre si contendeva la prima posizione con Franco Uncini, cadde a 220 km/h rischiando di uccidere alcuni spettatori: uscì dall’incidente con qualche frattura ma da quel giorno non fu più lo stesso pilota.

Corse ugualmente fino all’inizio degli anni novanta: nel 1987 la vittoria a Daytona su una Ducati 851 nella Battle of the Twins. Nel 1988 approda in Superbike ancora su una Ducati, dove ottiene due trionfi e di cui divenne qualche tempo dopo team manager, con questo ruolo vinse un titolo nel 1990 con Raymond Roche.
Alla Gazzetta ha dichiarato “Ero forte e mi piaceva correre, ma volevo pure divertirmi: quel titolo mi diede tutto, ma avrei fatto cambio con avere ancora qui mio figlio. Marc Marquez non mi interessa se è antipatico, mi fa saltare dal divano”

Marino Bartoletti oggi ha detto di lui “Un ragazzo a cui ho sempre voluto bene: senza sentire la necessità di puntargli il dito contro, di giudicare: ma prendendolo per quello che è con la sua ruvida bontà, con le sue fragilità, con i suoi errori. Certamente, col talento immenso che aveva, è più quello che ha buttato di quello che ha vinto. Il destino stesso, per la verità, non gli ha fatto sconti, presentandogli prezzi a volte inaccettabili. Mi tengo cara, come una laurea, la dedica che volle farmi sul libro (introvabile) che scrissi su di lui: “A Marino, l’amico che ha saputo scrivere la vera storia della mia vita”. Auguri Cavallo Pazzo. E che la tua “Stella fortuna” possa tornare ad esserti vicina