“Ho trovato l’avviso di giacenza nella cassetta delle lettere senza che il postino abbia mai citofonato per consegnarmi direttamente la raccomandata.”
“lo stupore è che la posta si tenga dieci giorni prima che potessi andare a prendere la raccomandata. Io non ho sentito. Qualsiasi reclamo deve essere spedito a Roma. E’ come se io dovessi reclamare per un disservizio della mia filiale della banca e mi chiedano di farlo nella sede centrale di Roma.”
Sono solo alcune delle segnalazioni che ci sono pervenute negli ultimi giorni che riguardano le raccomandate, la loro consegna e il successivo ritiro, onere che ricade quindi sul cittadino,costretto a trasferte in filiali fuori quartiere. Una pratica che ora Poste Italiana sembra destinata – ormai da un po’ di tempo – a correggere con la dovuta attenzione, ma che fino a qualche tempo fa era diventato un vero e proprio ‘caso’ in tutto il territorio nazionale.
Le migliaia di segnalazioni in tutto il Paese ponevano dei dubbi sull’effettivo suono del campanello da parte del postino – in qualche caso- per la consegna della raccomandata. Tanto da generare- stime del 2020 – migliaia di avvisi di giacenza in tutta Italia.
L’Autorità Antitrust, all’epoca, nell’ambito di un procedimento a carico di Poste Italiane, era riuscita a misurare questo fenomeno e a ricostruire, acquisendo documenti interni della società, il fatto che i suoi dirigenti sarebbero stati ben consapevoli del disservizio e che le performance di consegna lasciassero a desiderare. E per questo motivo l’ente aveva sanzionato l’azienda con una multa da 5 milioni di euro, la massima applicabile, per condotta commerciale scorretta. Ma Poste aveva effettuato ricorso al TAR.
Ora, questa pratica – forse ampliatasi con le evidenti difficoltà di consegna durante la pandemia – pare non essersi del tutto interrotta ancora oggi, sebbene sia diminuita, qui di seguito sono presenti molti articoli di stampa del 2023.
CHE COSA FARE?