La rete ferroviaria italiana si accinge a far parte dei progetti di Mobilità Militare (Military Mobility), entrando a pieno titolo nei preparativi di guerra perseguiti da tempo, ma con un’accelerazione straordinaria negli ultimi mesi, dall’UE e dal governo italiano. Una vera e propria “chiamata alle armi” per RFI, su richiesta di Nato e UE, con l’adeguamento del trasporto ferroviario e di conseguenza dell’abilitazione di rotaie e strade ferrate che normalmente trasportano merci e passeggeri, anche alla circolazione degli armamenti militari.

Il 15 aprile 2024, la più importante azienda bellica italiana, Leonardo, ha siglato un accordo in tal senso con RFI.

L’accordo si propone di “assicurare la movimentazione di risorse militari, all’interno e all’esterno dell’Europa” anche “con breve preavviso e su larga scala”.

Il comunicato stampa diramato da Leonardo e RFI precisa che la mobilità militare avverrà in “situazioni ordinarie e straordinarie” e che “il trasporto di materiale militare” sarà realizzato “attraverso infrastrutture dual-use”, cioè sui binari e gli impianti della rete utilizzati per il normale traffico passeggeri e merci, che verranno sottoposti alla supervisione e al controllo di Leonardo attraverso “tecniche avanzate di A.I.” e di uno dei “super computer più potenti del settore aerospazio, difesa e sicurezza”.

La circolazione ferroviaria, secondo tale accordo, verrà integrata nelle piattaforme militari di mobilità aeree e terrestri.

“In poche parole, si sta attuando, nel silenzio generale, la militarizzazione del settore ferroviario” – fa sapere CUB trasporti – “ed il passaggio delle infrastrutture sotto il controllo dell’industria militare più potente d’Italia, al fine di assecondare l’escalation alla guerra voluta dalla Nato.”

Ricordiamo” – aggiunge il Sindacato autonomo– “che negli ultimi mesi i profitti di Leonardo sono passati da 40 a 459 milioni, grazie alle super vendite di sistemi militari all’Ucraina, a Israele e a regimi in guerra di mezzo mondo. Profitti che grondano del sangue dei bambini di Gaza.

“Ricordiamo anche che il Ministro della Difesa, Crosetto, proviene dal settore dell’aerospazio, implicato in progetti bellicisti o “dual-use”.

VOGLIONO INFILARE L’ELMETTO SULLA TESTA DEI FERROVIERI!” – conclude CUB trasporti -“I FERROVIERI DEVONO INVECE ALZARE LA TESTA ED ESPRIMERE LA LORO NETTA CONTRARIETÀ ALL’ACCORDO CON CUI SI MILITARIZZA LA RETE PER INTERESSI IMPERIALISTI E GUERRAFONDAI.


“Non facciamoci trascinare nella guerra e difendiamo il trasporto pubblico. La ferrovia non si tocca
” -concludono .