L'Altra Imola
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“Interessi di RFI in contrasto con il benessere di una frazione che rischia di scomparire”

Imola. “Ferrovie dello Stato ha previsto la costruzione di due binari per l’alta velocità che dovrebbero viaggiare a 20 metri di altezza lungo una sorta di viadotto che passa sopra case, industrie e in mezzo ai paesini di Chiusura e San Prospero.”Un’opera che è stata progettata a ‘tavolino’ senza neppure un sopralluogo e per come disegnata prevede l’abbattimento di case e capannoni, nonché la costruzione gi giganteschi piloni di cemento nei terreni coltivati e nei cortili.” E’ quanto fa sapere Carmen Cappello, in una nota stampa – “Un gruppo di cittadini ha quindi deciso di avviare una raccolta firme, perché il progetto venga modificato rendendolo più compatibile con la realtà esistente. Stavolta è Rfi che ha tentato di far passare di soppiatto il progetto dell’Alta Velocità” – aggiunge – “per collegare Bologna a Castelbolognese, con scarsa trasparenza e pubblicità, tranne  riunioni pubbliche esclusivamente  online di cui i cittadini non erano stati informati se non per le ultime due. Ultima riunione il 4 giugno e ultima data per le osservazioni il 7 luglio. Stavolta però i cittadini si sono mobilitati. In particolare quelli della frazione imolese di San Prospero, dal momento che rischiano sia nuovi espropri, dopo quelli della quarta corsia dell’autostrada, sia di trovarsi i piloni di una ferrovia sopraelevata accanto alla propria casa.  L’impatto ambientale e acustico del progetto scelto da RFI è devastante” – osserva Cappello – “per una comunità che ne verrebbe stravolta e disgregata nella sua identità. Gli abitanti della frazione si sono costituiti in Comitato e hanno avviato una raccolta firme che la  Lista civica Cappello sosterrà contro gli interessi di Rfi che sono in contrasto con  il benessere di una frazione che rischia di scomparire. Auspichiamo che l’amministrazione imolese non si faccia abbindolare da Rfi”- conclude– “ma che invece intervenga a sostegno dei propri cittadini  suggerendo a Rfi proposte alternative che non impattano sull’ambiente e sulla popolazione.

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