L’Osservanza tra passato e futuro
Il Lolli prima e l’Osservanza dopo hanno caratterizzato e reso famosa Imola in ambito
psichiatrico un po’ in tutto il mondo, così noi studenti delle classi quinte dell’indirizzo
sanitario dell’Istituto “L. Ghini” di Imola ne abbiamo voluto sapere di più.
L’associazione “E pas e temp” ci ha dato la possibilità di scoprire la storia dei manicomi
attraverso l’incontro con ex operatori sanitari e la visita di alcuni spazi dell’ex ospedale
psichiatrico Lolli. Da loro siamo stati accompagnati in questa esperienza che ci ha aperto gli
occhi su una realtà che non conoscevamo, nonostante ci avessimo sempre convissuto.
Abbiamo ascoltato una stimolante relazione storica, supportata dalla proiezione di slides, di
Valter Galavotti, che ha seguito come assessore la chiusura definitiva dell’Osservanza nel
1996 e ha studiato approfonditamente la storia dei manicomi imolesi, uno psicologo Ennio
Sergio, una ex maestra Luisa Cimatti e un ex infermiere Giovanni Angioli che hanno lavorato
all’interno di queste strutture e che hanno vissuto, sofferto e gioito insieme ai pazienti,
accompagnandoli fino al momento della chiusura degli ospedali psichiatrici.
È stato un racconto toccante, accompagnato da foto e video che ritraevano la quotidianità
delle loro vite, le loro storie uniche e differenti di sofferenza e solitudine.
I pazienti erano spesso abbandonati e dimenticati dalle loro famiglie, non era insolito che
venissero internate anche persone semplicemente con manie o particolarità non
socialmente accettate.
Si entrava negli ospedali psichiatrici per essere curati ma da questi non se ne usciva più, se
non in rari casi.
La legge Basaglia del 1978, stabilendo la loro chiusura, ha fortunatamente dato una svolta
alla situazione. L’inserimento dei degenti nella società è avvenuto con gradualità perché
occorreva restituire loro un’identità e fare in modo che si riappropriassero delle loro vite,
insegnandogli i più semplici gesti quotidiani che, dopo decenni trascorsi rinchiusi, avevano
ormai dimenticato.
Ancora prima di questa legge, a Imola si era già capito che occorreva intraprendere la strada
della riabilitazione ed integrazione sociale grazie all’arrivo di giovani medici che avevano
idee innovative in ambito psichiatrico.
Pensiamo che la conoscenza dell’accaduto possa aiutare la nostra società a non
commettere gli stessi errori: non vogliamo che la salute mentale sia ancora motivo di
solitudine ed emarginazione. Ad oggi i dati rivelano un aumento significativo dei problemi di
salute mentale come ansia e depressione dovuti ai diversi eventi globali come la pandemia,
le incertezze economiche e le tensioni internazionali che hanno provocato stress soprattutto
nella popolazione più giovane, rendendo difficile la gestione delle emozioni.
Nell’interesse di questa tematica, ci ha fatto molto piacere leggere che il Comune abbia
pensato di creare un laboratorio sulla storia della psichiatria imolese all’Osservanza
destinato a sorgere nei padiglioni 10 e 12, assieme alla nuova sede del Circondario. Questa
area adibita a zona museale con oggetti, fotografie e documenti storici potrà far rivivere ed
immedesimare ognuno di noi nella realtà di quei luoghi ormai dimenticati, ma non solo…
Si potrebbero proporre anche progetti destinati agli adolescenti per sensibilizzarli sulla
tematica della malattia mentale che ancora oggi, in alcuni casi, è considerata qualcosa di cui
vergognarsi. Oppure ci piacerebbe che venissero allestiti in questo luogo dei Centri in cui
svolgere attività di ricerca in questo ambito, eventualmente attivando anche una sede
universitaria in materia psichiatrica.
Ci aspettiamo che questo nostro appello possa essere ascoltato dalle autorità competenti,
non vogliamo che sia solo relegata in un museo l’esperienza del passato ma sia lo stimolo
per proseguire un cammino nella direzione della condivisione, empatia e solidarietà sulla
tematica della salute mentale.
Gli studenti delle cl. 5BS e cl. 5CS
Istituto “Scarabelli- Ghini” di Imola