L'Altra Imola
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A 80 anni dal primo bombardamento aereo sulla città, Imola ricorda le 53 vittime

A conclusione delle iniziative promosse dal Comune insieme all’ANPI
e al CIDRA, per celebrare il 79.o anniversario della Liberazione
IMOLA HA RICORDATO LE VITTIME DEL PRIMO BOMBARDAMENTO
AEREO SULLA CITTA’, IL 13 MAGGIO 1944

Si sono concluse questa mattina le iniziative promosse dal Comune insieme all’ANPI e al
CIDRA, per celebrare il 79.o anniversario della Liberazione. Nella Pineta Macello (via Baviera
Maghinardo), si è svolta la cerimonia a ricordo delle vittime del primo bombardamento aereo di
Imola del 13 maggio 1944, con la deposizione di una corona al Monumento della Pineta, che le
ricorda.
Come riporta la lastra in marmo posta sul monumento “Qui il 13 maggio 1944 morirono: 3
bambini 34 donne 16 uomini. Gli imolesi per onore ai morti e monito ai vivi ricordano i valori
della pace”.
Proprio il 13 maggio 1944 Imola subì la prima incursione aerea alleata. Le
cosiddette “fortezze volanti” (B24), partite dalla Puglia, sganciarono su Imola circa 300 bombe
da 240 kg, da un’altezza di circa 6.800 metri.

Dopo il saluto del sindaco Marco Panieri e di Fulvio Andalò, componente del Comitato
direttivo della sezione Anpi di Imola, è stata deposta una corona ai piedi del monumento.
“Ricordare questi episodi è doveroso e anche quest’anno Imola lo ha fatto, evidenziando quanto
la distruzione della guerra interessi ancora molte, troppe, zone del mondo, a cominciare
dall’Ucraina, dove il popolo ucraino, continua ad essere aggredito e martoriato senza alcuna
ragione e senza alcuna pietà dalla Russia, per continuare con il Medio Oriente, dove non
possiamo che auspicare un immediato cessate il fuoco umanitario
– ha sottolineato il sindaco
Marco Panieri -. Abbiamo ricordato l’orrore e le vittime dei bombardamenti in nome delle
tante donne e tanti uomini che hanno lottato contro il nazifascismo, sacrificando anche la
propria vita, per costruire un futuro di libertà e pace, di democrazia, uguaglianza e giustizia
sociale, contro ogni forma di violenza e di razzismo. Abbiamo il dovere morale, oltre che
istituzionale, di far conoscere e trasmettere alle nuove generazioni il loro esempio, la storia ed i
valori che hanno animato la Resistenza e la lotta di Liberazione e che sono alla base della nostra Costituzione”.

Nel corso della cerimonia, Letizia Landi di “IndipenDance Studio” ha dato vita ad una
performance di danza, nell’ambito del progetto “Quando un posto diventa un luogo”, curato da
Annalisa Cattani che da 10 anni coinvolge gli istituti scolastici cittadini, per ridare vita a
monumenti imolesi che così, da “posti”, spesso non conosciuti, approfondendone la storia,
diventano “luoghi”, di cui aver cura.

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