Sabato 27 gennaio alle ore 17 presso il Centro sociale “ La Tozzona”
Il prof. Valter Galavotti tratterà questo tema :
“Il 27 gennaio ora e sempre. Perché Hamas e Netanyahu non possono cancellare il significato universale e profondo del giorno della memoria“
Nel corso dell’incontro verrà proiettato il video “La forza della verità perché il giorno della memoria viva sempre”
Il 27 gennaio 1945 i soldati dell’armata rossa abbatterono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz in Polonia liberando i pochi sopravvissuti .Solo a questo punto tutto il mondo si trovò davanti a una delle più grandi tragedie dei nostri tempi un segreto che per troppo tempo era stato nascosto, Dal 1933 al 1945 erano stati costruiti in Europa oltre 15.000 campi di concentramento (non tenendo conto dei piccoli campi creati ad hoc per le popolazioni locali ). I deportati all’interno dei campi di concentramento, veri e propri luoghi di tortura, venivano spogliati di ogni bene personale e identificati con un numero e con un simbolo a seconda di quale fosse la motivazione della sua prigionia. E’ raccapricciante ancora oggi pensare con quale meticolosa razionalità e disumana logica organizzativa gli internati venissero catalogati quasi fossero merci ,oggetti . Con un triangolo rosso venivano identificati i politici non aderenti al pensiero nazionalista , il verde identificava i delinquenti comuni, Il blu veniva attribuito agli emigranti cioè ai fuoriusciti dalla Germania , con il colore viola venivano identificati i testimoni di Geova mentre un triangolo di colore rosa identificava gli omosessuali maschi . Il triangolo nero identificava gli asociali che comprendevano anche vagabondi, etilisti, disabili, malati di mente, donne omosessuali e prostitute, il triangolo marrone identificava gli zingari mentre con la stella di David venivano identificati i prigionieri ebrei che costituivano la grande maggioranza dei deportati . Il tutto pianificato con fredda , teutonica scrupolosità e precisione.
Il 27 gennaio 2001 si celebrò per la prima volta Il Giorno della memoria , istituito nel 2000 in Italia ed in tutto il mondo nel 2005. Ma cosa si intende per “memoria”? E cosa è importante ricordare ? Ricordare e trasmettere la memoria è un impegno arduo, soprattutto in una società immersa nel presente e dominata dalla velocità. Questo passato è spesso percepito come distante e poco decifrabile. I testimoni diretti inevitabilmente stanno scomparendo e una parte dell’opinione pubblica considera l’Olocausto un evento lontano, che appartiene alla storia, che ha pochi rimandi nell’attualità e apparentemente non getta ombre sul futuro, su cui si ritiene incidano ben diverse problematiche.
Ma proprio per questi motivi è ancora più forte e urgente l’esigenza di non dimenticare una lezione cosi crudele e potente della storia e trovare le parole necessarie per trasmettere soprattutto ai giovani una memoria sempre più necessaria e indispensabile non solo per leggere il passato , ma soprattutto per orientarsi nel presente e nel futuro del mondo .
Ormai sono pochi i sopravvissuti ancora viventi in grado di testimoniare queste indicibili sofferenze, perciò diventa sempre più necessario e importante trasmettere la memoria della Shoah alle nuove generazioni perché il male non si ripeta. E lo è ancora di più oggi, poiché dobbiamo ancora fronteggiare fenomeni come il razzismo, l’antisemitismo, la xenofobia, l’omofobia, l’ultranazionalismo. Per gruppi neonazisti sempre più aggressivi la negazione dell’Olocausto è una caratteristica comune, così come l’incorporazione dei simboli della Germania nazista e l’apologia di Adolf Hitler. Fa impressione constatare che In Europa esistono almeno 27 partiti dichiaratamente neonazisti , mentre altri partiti che hanno raggiunto una larga rappresentanza parlamentare , come Alternative für Deutschland in Germania , manifestano tendenze razziste, antisemite, islamofobe e xenofobe e Vox in Spagna strizza l’occhio ai ostalgici della dittatura franchista.
Quello che sta accadendo in Palestina e che è richiamato dal titolo che abbiamo dato all’incontro, ci costringe anche a riflettere sul fatto che le drammatiche vicende della Palestina possono portare a strumentalizzare il giorno della memoria e a snaturare il senso più profondo di questa celebrazione. Da una parte le gravi responsabilità che hanno portato Israele davanti alla Corte internazionale di giustizia all’Aja – il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite – con l’accusa di genocidio potrebbero, purtroppo, rinfocolare le manifestazioni di antisemitismo nel mondo. E’ evidente che posizioni come quella di Hamas esprimono non solo un comprensibile sentimento antiisraeliano ma una fortissima avversione per l’ebraismo.
In senso opposto è altrettanto evidente che il governo israeliano sta cercando di usare
il giorno della memoria come scudo contro le critiche sempre più pesanti alla sua politica e usa la Shoah e la sua memoria per giustificare la sua politica aggressiva e nazionalista.
L’incontro alla Tozzona cercherà di dimostrare che questa distorsione del senso più profondo del 27 gennaio può avvenire solo se, colpevolmente o per ignoranza, si fa confusione tra questi termini: ebraismo, sionismo,antisemitismo , stato di Israele, governo Netanhiau.
In definitiva l’intento di questa conferenza non è quello di ripetere una celebrazione ormai rituale, sempre uguale a se stessa , riproponendo le stesse parole d’ordine ma piuttosto di riflettere in modo nuovo e originale sulla Shoah alla luce degli avvenimenti più recenti e cercando di affrontare i problemi del nostro tempo.
Centro Sociale “La Tozzona APS