FIALS denuncia La grave carenza di personale infermieristico e tecnico addetto all’assistenza dei cittadini Imolesi. SI basa su questo oggetto l’articolata denuncia del Sindacato autonomo, che nella fattispecie accende i riflettori sulle carenze legate al personale nel “nel Dipartimento Medico e Geriatrico, nel Dipartimento Chirurgico, nel Blocco Operatorio, nella Pediatria, in Ortopedia, in Radiologia dove mancano i tecnici, sul territorio in Assistenza Domiciliare, in Rianimazione.”
Altissimi i carichi di lavoro” – segnala il primo sindacato dell’azienda AUSL imolese – “e le situazioni di stress psico-fisico che gli operatori fronteggiano quotidianamente per sostenere turni asfissianti, continui i salti di riposo, numerose le ferie pregresse ancora da smaltire, mentre sempre più spesso si destreggiano in mezzo ad aggressioni verbali e fisiche.
Assistiamo inermi a casi di malori accusati durante l’ennesimo servizio prestato sul riposo saltato, operatori costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso nonché ad essere centralizzati a Villa Maria Cecilia Hospital per le cure del caso visto la sintomatologia cardiaca presentata causata dallo stress subito, parliamo di operatori con oltre 140 ore di straordinario accumulato e oltre 70 giorni di ferie da smaltire, una pressione insostenibile” – rendono noto-“Tutto ciò mentre ci si accinge a fronteggiare l’ “iperafflusso” causato dall’influenza stagionale con le solite, tanto care e famose “iso-risorse”. Stiamo assistendo, proprio in questi giorni, a mobilità d’ufficio selvagge nei confronti di molteplici lavoratori ” – aggiungono – “i quali vengono spostati dai reparti da un giorno all’altro e questo avviene senza rispetto, senza alcuna comunicazione preventiva e soprattutto senza tenere conto dei turni e dei tempi di vita dei professionisti che si ritrovano in affanno a gestire le proprie famiglie e i propri figli e il proprio tempo libero a causa della mancata programmazione della matrice del turno, riteniamo gravissimo questo comportamento da parte di chi gestisce le risorse umane nel
Dipartimento Infermieristico e Tecnico, non possiamo tollerare che i professionisti di questa
Azienda vengano trattati come dei semplici numeri utilizzati come tappa buchi e sfruttati fino alla fine.“
“Nessuna adeguata valorizzazione economica è stata prevista” – ammettono da FIALS – “per tutti gli sforzi che il personale da sostiene ormai da troppo tempo e puntualmente da risposta l’Azienda procede al rilento per il reclutamento del personale, che ad oggi risulta tardivo e inesistente. Prescindendo da eventuali responsabilità da attribuire, nel caso ce ne fossero, le numerose criticità ripetutamente segnalate da questa sigla sindacale, a quanto pare, non risultano superate, bensì sottovalutate, visto che è sempre l’operatore sanitario a farsi carico del rischio e vista la responsabilità enorme che gli piomba addosso in un clima di disorganizzazione e sfruttamento delle risorse umane di tutte le unità operative della Ausl Imola. Mancano ad oggi almeno 20 infermieri” – fa il punto il Sindacato, guidato localmente da Stefano De Pandis – “e altri sono in procinto di consegnare le dimissioni e fuggire da un’azienda che non riesce a riconoscere gli adeguati istituti contrattuali e il ben che minimo riposo psico-fisico. Mancano Operatori Socio Sanitari, troppi i reparti dove viene rimossa la presenza di questo importantissima figura nei turni notturni. Mancano Tecnici di Radiologia ” – osservano – “Ostetriche, Fisioterapisti. L’assistenza di qualità da offrire ai cittadini Imolesi non può prescindere dalla presenza reale e continua delle necessarie risorse di personale, a cui occorre garantire i necessari recuperi, i permessi e le ferie.
Per tutto quanto su esposto e al fine di giungere ad una composizione dignitosa del conflitto sulle suddette problematiche e nell’impossibilità di farlo attraverso corrette Relazioni Sindacali.
La scrivente Organizzazione Sindacale” – l’annuncio di Fials – “nel proclamare lo stato di agitazione sindacale dei lavoratori del comparto dell’Azienda Usl di Imola chiede di avviare il confronto conciliativo con lo scopo di risolvere le problematiche rilevate, attivando la procedura del raffreddamento del conflitto fra le parti, previsto dal CCNL e dalle norme di legge vigenti, che, in caso di non soluzione conciliativa prevede la manifestazione di sciopero, dall’art.2, comma 2, della legge 146/90 come modificato dalla legge 83/2000 che subordina la legittimità della proclamazione dello sciopero al previo esperimento” – conclude il SIndacato – “del tentativo di conciliazione davanti al Prefetto o presso il Comune nel caso di scioperi nei servizi pubblici di competenza dello stesso e salvo il caso in cui l’Amministrazione Comunale sia parte in causa .”