Reca -Rete Emergenza Climatica e Ambientale dell’Emilia Romagna – critica il “patto di cemento” tra Bonaccini e Salvini. “Motor Valley, tra bretella, cispadana e autodromo di Imola sono insostenibili”
Reca, Rete Emergenza Climatica e Ambientale che riunisce
associazioni e comitati in tutta la regione Emilia-Romagna, si definisce “stupita ma
non troppo dal “patto di cemento” tra Stefano Bonaccini e Matteo Salvini.
In fondo la logica predatoria è trasversale e bipartisan, soprattutto qui, nel
modello Emilia-Romagna, la sedicente Motor Valley. Quella stessa logica
retrograda e pericolosa che asfalta la nostra regione con il falso mito della
crescita infinita”.
Dopo l’incontro del 29 dicembre a Roma tra Salvini, Bonaccini, e l’assessore
regionale Corsini, apprendiamo che per il 17 gennaio è prevista una nuova
riunione, per avviare la fase operativa delle opere.” – Secondo RECA – “La Bretella
Campogalliano-Sassuolo, la Cispadana, l’ampliamento dell’Autodromo di
Imola sono colate di cemento devastanti, buchi neri per i soldi pubblici, in un
territorio già abbondantemente impermeabilizzato e fragile, come ci hanno
insegnato i recenti disastri causati da frane, alluvioni. È chiaro che nuove
strade e autostrade non diluiranno il traffico ma lo attrarranno in un circuito
vizioso che porta con sé inquinamento e maggiore incidentalità.
“L’autodromo di Imola che quest’anno ha compiuto 70 anni nel fango” – ricostruisce, con una piccola provocazione, la rete di di associazioni ambientaliste della nostra regione –
“èstato inondato ben due volte a maggio e a inizio novembre, visto che corre a
pochi metri dal fiume, ed è tutto in zona esondabile. Negli anni si è ampliato
tombando anche tratti di torrenti (come il Rio Goccianello). L’autodromo” – osservano dalla Rete per il Clima- “è un buco nero di fondi pubblici, gestito da Con.Ami (consorzio di 23 comuni) e da Formula Imola, già a gennaio 2023 era finito sotto il mirino della Corte dei
Conti, per criticità nella gestione e costi societari da tagliare.
L’autodromo è contestato dai residenti e dalle associazioni ambientaliste per
l’inquinamento acustico e dell’aria che provoca. Secondo Legambiente
Medicina Imola” – aggiungono – “lo stesso boschetto piantato come compensazione risulta
insufficiente a compensare l’inquinamento. Come possiamo continuare a
sprecare soldi in continui progetti di ampliamento, a due passi dal fiume,
dannosi per la salute e l’ambiente?“
LE ALTRE OPERE
La Cispadana che collegherà il casello Reggiolo-Rolo dell’A22 alla barriera di
Ferrara Sud sull’A13, un nastro di cemento di 64 km, in project financing,
avrà un costo (lievitato negli anni) di 1,7 miliardi di euro di cui 879 milioni di
fondi pubblici. Sarà costruita da ARC (Autostrada Regionale Cispadana)
controllata con il 51% da Autobrennero Spa che gestisce in regime di proroga
la A22 (la concessione è scaduta nel 2022).
La Bretella è un nastro d’asfalto di 22 km tra l’autostrada del Brennero A22
dall’uscita a Campogalliano (Modena Nord) fino a Sassuolo (distretto della
ceramica), anche su questa opera pende il rinnovo della concessione
Autobrennero.
Le associazioni locali, aderenti a Reca, hanno già proposto alternative riferite
al ferro, la “bretellina” tra Cittanova – Dinazzano, che era anche previsto nel
PRIT 2020 della RER, ma tuttora non finanziato. D’altra parte, i paesi alpini di
valico, che sorgono sull’autostrada del Brennero si stanno opponendo
all’enorme traffico di camion con trasporto merci.
A Modena il Consiglio comunale, compreso il PD, a ottobre ha votato a favore
un ordine del giorno chiedendo di rivedere il progetto del prolungamento fino
a Sassuolo dell’A22 e di modificare il progetto esecutivo dell’opera nel tratto
in cui attraversa lo scalo merci di Marzaglia-Cittanova per consentire
l’ampliamento dello stesso. Il PD regionale quindi si mostra più retrogrado e
“cementificatore” dello stesso PD locale.